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Un pugliese al vertice dei carabinieri dell’arte

Un pugliese al vertice dei carabinieri dell’arte

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Un pugliese al vertice dei carabinieri dell’arte

Il generale Molinese: nel 2022 recuperati 80mila capolavori svaniti nel nulla

Sabato 30 Settembre 2023, 07:00

Paladini dell’arte e della storia. Grazie a loro, lo scorso anno oltre 80mila opere d'arte svanite nel nulla sono state recuperate, per un valore di poco meno di 85 milioni di euro. È il bilancio dell'attività svolta nel 2022 dai carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, la cui banca dati di opere da ricercare, con 1.300.000 files, è la più antica ed estesa al mondo. L'Unità specializzata dell'Arma, istituita nel 1969 per onorare l'articolo 9 della Costituzione italiana («la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione»), in mezzo secolo di vita ha restituito al pubblico o ai legittimi proprietari più di tre milioni di beni culturali e sequestrate circa 1,4 milioni di opere false. A comandare a livello nazionale i «Carabinieri dell’Arte», prestigiosa istituzione leader mondiale della tutela del patrimonio culturale, è un pugliese doc, il generale di brigata Vincenzo Molinese, 56 anni originario di Bari, proveniente dalla Direzione investigativa antimafia dove è stato capo del reparto che si occupa dell'aggressione ai patrimoni illeciti, contrasto al riciclaggio e contrasto alle infiltrazioni mafiose nei pubblici appalti. In precedenza Molinese ha comandato l'Istituto superiore di tecniche investigative dell'Arma e ha militato nelle file del raggruppamento operativo speciale (Ros) per 14 anni. È stato comandante provinciale a Bari dal 2015 al 2018.

I suoi uomini, attualmente, inseguono storie perdute nella nebbia del tempo, leggendari capolavori in fuga e ladri raffinati. I Carabinieri Tpc, infatti, sono specialisti alla perenne caccia di opere d’arte antica e contemporanea, gioielli archeologici, dipinti, statue, icone religiose, un patrimonio sottratto a privati ed enti pubblici.

Generale, “guardiani” della cultura e del territorio. Qual è la vostra articolazione in Italia e in Puglia e in Basilicata come siete presenti?

«Il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale è stato istituito nel 1969, un anno prima della Convenzione Unesco di Parigi del 1970, con la quale si invitavano gli Stati membri ad adottare le opportune misure per impedire l’acquisizione di beni illecitamente esportati e favorire il recupero di quelli trafugati, nonché a istituire uno specifico servizio a ciò finalizzato. Il Comando TPC, inserito funzionalmente nell’ambito del Ministero della Cultura quale Ufficio di diretta collaborazione del ministro, svolge compiti concernenti la sicurezza e la salvaguardia del patrimonio culturale nazionale attraverso la prevenzione e la repressione delle violazioni alla legislazione di tutela dei beni culturali e paesaggistici. Il particolare settore di tutela è un comparto di specialità che è stato affidato in via prioritaria all’Arma con decreto del Ministero dell’Interno del 12 febbraio 1992, successivamente ribadito con Decreto del 28 aprile 2006 del medesimo Ministero. Il Comando è composto da militari in possesso di qualificata preparazione, acquisita con la frequenza di specifici corsi in materia di “Tutela del patrimonio culturale”, organizzati d’intesa con il Ministero della cultura. L’attuale articolazione del Comando carabinieri TPC prevede a livello centrale un Ufficio comando, quale organo di supporto decisionale del comandante nell’azione di comando, controllo e coordinamento delle attività di istituto in Patria e all’estero, un Reparto Operativo con competenza sull’intero territorio nazionale per le indagini di più ampio spessore (suddiviso in tre sezioni Antiquariato, Archeologia, Falsificazione e Arte Contemporanea) e, a livello periferico, 16 nuclei, con competenza regionale o interregionale alle dipendenze dei Gruppi Carabinieri TPC di Roma e Monza, ubicati a: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Cosenza, Firenze, Genova, L’Aquila, Monza, Napoli, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Udine, Venezia e una Sezione a Siracusa, alle dipendenze del Nucleo TPC di Palermo».

Quali sono gli ultimi successi del carabinieri TPC in Puglia e Basilicata?

«Menzioniamo la recente operazione denominata “Canusium” del 24 maggio 2023 condotta dal Nucleo carabinieri Tpc di Bari che ha portato all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare, 51 indagati e 50 perquisizioni nel centro e sud Italia, con il sequestro di circa 3600 reperti archeologici, tra ceramiche e monete archeologiche in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, nonché documentazione contabile attestante le transazioni illecite in Italia e con l’estero».

Fenomeno “tombaroli”, come lo state fronteggiando?

«Si inerisce in un fenomeno criminale molto più ampio che parte dal tombarolo e arriva ai broker internazionali del mercato illegale dell’arte. Noi lo fronteggiamo anche con la più aggiornata tecnologia che possiamo utilizzare nel rispetto sempre delle norme della procedura penale»

In Puglia qual è la zona più colpita dal trafugamento di reperti?

«La Puglia, purtroppo, è una delle zone più depredate da tempo così come ha dimostrato l’ultima operazione (Canusium, ndr) coordinata dalla Procura di Trani perché è una terra che, dal punto di vista archeologico, ha delle radici antichissime. È una regione che è sotto il costante, attento controllo e monitoraggio da parte dei carabinieri del Reparto operativo di Roma e del Nucleo di Bari che è competente su tutta la regione».

Chi sono oggi i predatori d’arte

«Ogni volta che affrontiamo questo fenomeno criminale in maniere scientifica individuiamo sempre delle filiere: si parte dal tombarolo, poi ci sono i ricettatori di primo e secondo olivello (a seconda delle capacità e dell’ambito territoriale a cui essi sono legati), fino ad arrivare ai veri e proprio broker internazionali che alimentano il mercato dell’arte illegale».

C’è un grande lavoro con i vostri colleghi esteri anche attraverso le Procure. La vostra attività deve necessariamente ampliarsi oltre i confini nazionali

«In ambito di collaborazioni internazionali tra Forze di Polizia e con le Procure estere, vorrei ricordare l’ultimo recente recupero, del mese di agosto 2023, di beni sequestrati a New York, grazie alla collaborazione attiva con la Procura distrettuale di Manhattan (DAO) e i colleghi della Homeland Security Investigations (HSI), che ha permesso di restituire all’Italia 266 reperti archeologici di pregevole valore, stimati approssimativamente sul mercato mondiale dei beni culturali in svariate decine di milioni di euro».

I Caschi blu della cultura chi sono e cosa fanno?

«I Caschi Blu della Cultura sono stati istituiti il 6 febbraio 2016 con la sottoscrizione dell’accordo tra l’Unesco e il Governo italiano. Il team è composto da militari in forza al Comando carabinieri TPC, addestrato per specifici compiti. In ambito nazionale, in caso di disastro naturale svolgono attività di ricognizione dei siti danneggiati; valutazione dei possibili rischi di azioni criminali; definizione ed attuazione delle misure di emergenza per i beni immobili e mobili a rischio di aggressione criminale; individuazione e messa in sicurezza delle aree di interesse archeologico, dei monumenti e dei beni culturali mobili ritenuti di interesse nazionale; definizione e attivazione delle procedure di trasferimento; identificazione dei beni culturali illecitamente sottratti al patrimonio nazionale e inserimento nella banca dati TPC nonché, eventualmente, nel database “Works of Art” di Interpol. In seguito ai terremoti del centro Italia e Ischia, la task force è intervenuta sui luoghi per mettere in sicurezza le opere d’arte, estraendole dalle chiese, dai musei, dagli edifici pubblici e dagli appartamenti privati a rischio di ulteriori danneggiamenti, collaborando nel coordinamento del loro trasporto. Recentemente, i “Caschi blu della cultura” sono intervenuti in occasione dell’alluvione in Emilia Romagna per il recupero di beni culturali danneggiati dal fango. A livello internazionale lo scorso mese di giugno, a Città del Messico si è tenuto un incontro tecnico da parte di rappresentanti della Guardia Nazionale messicana e del Comando Carabinieri TPC con lo scopo di condividere buone pratiche e coordinare future collaborazioni per la tutela del patrimonio culturale».

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