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Dalle colline lucane al faro di Punta Palascìa la grande bellezza di borghi e musei aperti

 
Sebastiano Coletta

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Sebastiano Coletta

Dalle colline lucane al faro di Punta Palascìa la grande bellezza di borghi e musei aperti

Tra i siti che non chiudono per ferie la Via Appia, l'abbazia di Venosa e il polo museale di Trani

Lunedì 14 Agosto 2023, 10:52

10:59

Il Meridione si fa essenza di quella bellezza incontaminata e selvaggia che si coglie in un campo di ulivi dai tronchi secolari o nei colori commoventi del mare dove nasce il sole. Giorno centrale dell’estate, Ferragosto è come un libro fatto di tante storie, piccole e grandi, che sta a noi scegliere di «ascoltare». Un’occasione per compiere un viaggio nella bellezza alla scoperta dei borghi e dei musei aperti nella giornata di festa.

Partiamo dalle colline lucane, dove incontriamo Venosa (Potenza), città che diede i natali al poeta romano Quinto Orazio Flacco. Anticamente collegata a Brindisi e Roma dalla Via Appia, Venosa è famosa per le tante tracce di un passato millenario, tra cui il complesso abbaziale della Santissima Trinità, pregevole testimonianza del Medioevo, rimasto incompiuto. Passando per Melfi, dove sono diverse chiese rupestri come Santa Margherita, con uno straordinario ciclo di affreschi d’epoca angioina, incontriamo Tricarico, nella cui cattedrale fu incoronato nel 1383 il re di Napoli, Luigi I d’Angiò. Matera non è soltanto una bellissima cartolina: è soprattutto la storia di un popolo contadino che, nel ‘900, è riuscito a riscattarsi attraverso le lotte contadine guidate da Luigi Loperfido e la lunga riqualificazione dei Sassi. Aperti, tra gli altri siti, il Museo archeologico «Ridola» e Palazzo Lanfranchi, mirabile esempio di architettura seicentesca che ospita la collezione di arte medievale e moderna.

Scendendo verso lo Ionio, sono le colonne dei templi greci di Metaponto a rendere l’immagine di un legame indissolubile e mistico tra passato e presente. La Puglia rassomiglia a braccia distese pronte a stringersi attorno al cuore di chi la visita. Dai laghi di Lesina e Varano ai colori inconfondibili di Vieste e Peschici, il Gargano è forse il posto meno battuto dal turismo di massa, che pure nasconde delle perle straordinarie come il Santuario micaelico di Monte Sant’Angelo o la stessa Foggia, che, nonostante i terremoti e i bombardamenti alleati del ‘43, ci consegna con sincera eleganza quel che resta del suo passato: la sobria cattedrale dell’Assunta e la chiesa barocca di Monte Calvario col suo complesso monumentale. La Statale 16 ci porta verso l’Adriatico, all’intrigante Barletta, antica «Varletum», dove ci apre le porte palazzo Della Marra (unico esempio di barocco leccese esterno al Salento), che ospita il museo «Giuseppe De Nittis», pittore barlettano sostenitore della corrente impressionista. A Trani un luogo ricco di fascino è il Polo museale diocesano. La Fondazione Seca organizza domani tre turni di visite guidate al campanile della cattedrale. All’interno dei matronei della basilica verranno proiettate le rare e esclusive immagini dei lavori del 1953. Sarà inoltre possibile visitare al Polo museale la mostra d’arte contemporanea internazionale di Calagrossi, Kostabi e KRM.

Bari, città moderna dal cuore medievale, è un invito a immergersi nei colori e negli odori delle sue viuzze per raggiungere il castello Svevo e la Basilica di San Nicola, sorta sull’antico palazzo del Catapano. Dal bellissimo castello federiciano di Gioia del Colle, dove morì Bianca Lancia e Pasolini girò alcune scene de Il Vangelo secondo Matteo, a Laterza, con i resti dell’acquedotto romano, trasformato nel medioevo in fontana, e l’interessante museo della maiolica laertina nelle sale del palazzo marchesale.

Una strada in pendenza collega la Valle d’Itria e Martina Franca, emozionante perla di pietra e luce, a Taranto, che gli spartani chiamarono «Tàras», col suo museo archeologico e la poesia senza fine dei tramonti che dipingono gli edifici sul lungomare. Un salto a Mesagne, con la mostra caravaggesca ospitata nel castello, e siamo subito a Brindisi, dove sembra di camminare nella storia, tra innumerevoli tracce di epoca romana e medievale che guardano al golfo, che ricorda la testa di un cervo, per cui i messapi chiamarono la città «Brenthèsion». Fruibili, a Ferragosto, i musei «Ribezzo» e «Faldetta».

Lecce è indubbiamente uno dei posti più belli, con i segni di una storia precedente a quella di Roma (si segnalano il museo «Castromediano» e il parco archeologico di Rudiae, città di Quinto Ennio), le facciate dei palazzi e delle chiese, chimere barocche dal colore ambrato che donano un senso di speranza. Dalla basilica di Santa Caterina d’Alessandria, a Galatina, celebre per i suoi affreschi tardomedievali voluti da Maria d’Enghien, fino ai resti di Roca (Melendugno), città stratificata che nasce nell’Età del bronzo, abbandonata definitivamente nel XVI secolo. Passati i laghi Alimini si è a Otranto, col suo castello e la mostra sulle litografie di Chagall, la cattedrale e il pavimento musivo di Pantaleone. Il faro di Punta Palascìa (dal greco «Pèlagos», mare aperto) è la fine del nostro viaggio lungo la Puglia, l’inizio di ogni alba rosseggiante che, nei giorni più limpidi, tratteggia i monti dell’Albania.

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