BARI - Con la guerra in Ucraina che ha quintuplicato i costi di produzione e la crisi climatica che ha tolto liquidità alle aziende e dimezzato la produzione, l'agricoltura pugliese ha perso il 21% della produzione e il 7,6% del valore raggiunto, ma ha comunque raggiunto oltre 3 miliardi di euro di produzione lorda vendibile. Lo comunica la Coldiretti Puglia in occasione della presentazione del rapporto Istat sull'economia regionale della Puglia.
L’agricoltura del tacco d’Italia - evidenzia l’associazione - contribuisce alla formazione del pil regionale in misura percentuale doppia rispetto alle altre regioni, con le assunzioni di manodopera agricola pari ad un terzo di quelle effettuate a livello nazionale.
A pesare sul settore, precisa Coldiretti, è stato l’aumento nel 2022 del costo di fertilizzanti, come potassio e perfosfato, che in un anno è più che raddoppiato in seguito all’invasione dell’Ucraina e delle sanzioni contro le aziende bielorusse. Si stima, continua la Coldiretti regionale, che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale.
Le difficoltà economiche, inoltre, hanno portato a una riduzione dei mezzi tecnici, tra cui le mietitrebbiatrici (-14%). A ciò si aggiungono i rincari dei concimi (+170%), dei mangimi (+90%), del gasolio (+129%), degli imballaggi in vetro (+30%) e in plastica (+70%). Al contempo gli eventi climatici estremi, in particolare la siccità, hanno ridotto allo stremo le campagne in Puglia, facendo perdere in media 1/3 delle produzioni - denuncia Coldiretti Puglia - da oltre il 50% delle olive al 35%, tra le altre cose, di frutta, verdura e grano.