Sabato 06 Settembre 2025 | 21:35

Il treno diretto Bari-Napoli sì, ma impiegherà 4 ore e 10 minuti

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Il treno diretto Bari-Napoli sì, ma impiegherà 4 ore e 10 minuti

Salvini: «Si farà e ci farò il primo viaggio». Ma con il bus ci si mette di meno

Giovedì 25 Maggio 2023, 07:00

14:22

BARI - Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, garantisce che il treno diretto Napoli-Bari «ci sarà». I tecnici del ministero ci stanno infatti lavorando, con l’obiettivo di partire entro il cambio orario estivo dell’11 giugno. Ma l’Intercity che collegherà i due capoluoghi, a quanto sembra, impiegherà tra le 4 ore e le 4 ore e 10 minuti: cioè lo stesso tempo che impiegano le Frecce per andare da Bari a Roma.

Il problema è infatti costituito dalla attuale linea. In attesa del completamento dei lavori dell’Alta capacità Napoli-Bari (fine 2027 è il termine ufficiale), l’unica possibilità è l’ultilizzo del binario storico tra Caserta e Napoli oggi utilizzato soltanto dai servizi locali e con limitazioni su sagome e curvature. Per questo, già dal 2018, è stato ipotizzato un servizio con materiali Intercity piuttosto che una Freccia. Per la definizione degli orari (sono previste due coppie di treni, in modo da coprire andata e ritorno in giornata sia per chi parte da Bari che per chi parte da Napoli) serve l’assegnazione delle tracce (gli spazi sui binari), di competenza di Rfi: ma con gli orari estivi ormai già definiti, gli spazi scarseggiano.

I tecnici del ministero avevano chiesto a Trenitalia di contenere i tempi di percorrenza nelle 4 ore, ma al momento l’ipotesi per la prima coppia di treni (quella già più o meno definita) è di 4 ore e 10 minuti. Non poco, se si considera il servizio diretto su gomma fornito più volte a giorno da Flixbus in tre ore, con un costo assolutamente competitivo. E infatti il ministero delle Infrastrutture sta cercando di inserire il nuovo collegamento nell’aggiornamento del Contratto di servizio, cioè a carico delle casse pubbliche, ma sono necessarie delle verifiche anche sul fronte delle normative europee (non trattandosi di trasporto pubblico locale, potrebbe configurarsi una violazione alle regole sugli aiuti di Stato). Diversamente, se il treno diretto fosse «a mercato» e dunque basato sui ricavi da biglietto, potrebbe porsi un problema di sostenibilità: Trenitalia sarebbe insomma titolata a sospenderlo, qualora i risultati economici non fossero soddisfacenti...

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