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Sanità, accordo tra Regione e sindacati. Emiliano: «Futuro così è insostenibile»

 
Redazione online

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Segretari: «Firmando questo protocollo oggi facciamo una scelta di responsabilità che deve accompagnarsi alla condivisione di un percorso che sappiamo già essere complesso ma che dovrà articolarsi a livello regionale e territoriale»

Martedì 02 Maggio 2023, 16:24

17:08

«Il futuro così è insostenibile» e «bisogna dire chiaro ai cittadini che nella situazione in cui il governo nazionale si trova non è nelle condizioni di sostenere il diritto alla salute dei cittadini. È una cosa che va bene agli italiani? Se sono contrari è necessario che, in tutti i luoghi in cui si possono esprimere, e il sindaco è uno di questi, gli italiani facciano sentire il proprio dissenso». Lo ha detto il governatore pugliese, Michele Emiliano, a margine di un accordo in campo sanitario firmato tra Regione Puglia e i sindacati. «Tutte le regioni - ha aggiunto - hanno dovuto usare gli avanzi vincolati dei vari settori» per coprire i buchi nei bilanci della sanità, «quindi chi parla di tagli alla sanità dice stupidaggini». «Abbiamo usato tutti gli avanzi vincolati - ha spiegato - perché non avendo soldi da darci il governo ci ha consentito di usare queste somme».

«C'è la partita più importante che ancora non è stata risolta: dove sta scritto che la sanità pugliese a parità di popolazione con l’Emilia Romagna debba avere 400 milioni in meno dal fondo sanitario nazionale, 27mila dipendenti in meno, la metà degli ospedali, la metà delle Rsa? E' chiaro che abbiamo chiesto solidarietà e l’abbiamo ottenuta da parte dei sindacati, ora dobbiamo aprire questa grande vertenza basata sull'articolo 3 della Costituzione per il riequilibrio e l’uguaglianza di tutti davanti al diritto alla salute. E’ una battaglia nazionale che assieme ad altre regioni, soprattutto del Mezzogiorno, combatteremo sino all’ultimo». Lo ha detto il governatore pugliese, Michele Emiliano, a margine di un accordo in campo sanitario firmato tra Regione Puglia e i sindacati.

IL GOVERNO HA RICOMINCIATO A TAGLIARE SULLA SANITA'

«Ringrazio Cgil, Cisl e Uil per avere in un momento molto complesso per il bilancio sanitario nazionale, non solo pugliese, offerto collaborazione e suggerimenti. Nonostante l’esperienza della pandemia, il governo centrale, appena l’emergenza è finita, ha cominciato a lesinare sull'aumento dei costi sulla sanità, cioè ha ricominciato a risparmiare sulla sanità». Lo ha detto il governatore pugliese, Michele Emiliano, a margine della sottoscrizione di un accordo in ambito sanitario e per il welfare firmato tra Regione Puglia e i sindacati.

«Lo ha fatto - ha aggiunto - limitando il rimborso delle spese Covid che è un fatto gravissimo, perché sono soldi che ci devono. Ha lesinato sull'aumento dei costi energetici che sono stati pazzeschi. Ha lesinato sulla possibilità di assumere nuovo personale per far fronte alle liste di attesa». Il governo «ha stanziato somme insufficienti per pagare gli straordinari per il recupero delle liste di attesa e non ci hanno dato i soldi - ha concluso Emiliano - per il rinnovo dei contratti dei medici e del comparto».

SINDACATI PUGLIA: C'È PREOCCUPAZIONE

«Firmando questo protocollo oggi noi facciamo una scelta di grande responsabilità che deve però accompagnarsi necessariamente e inderogabilmente alla condivisione di un percorso che sappiamo già essere complesso ma che dovrà articolarsi a livello regionale e territoriale». Lo dichiarano i segretari regionali di Cgil, Cisl, rispettivamente Pino Gesmundo, Antonio Castellucci e Gianni Ricci per la Uil a margine dell’incontro in Regione Puglia e della sottoscrizione del protocollo in materia di sanità e welfare. «Tuttavia l'intesa odierna non ci tranquillizza sul futuro della sanità pugliese sulla quale gravano ombre e luci. La copertura del disavanzo sanitario attraverso lo sblocco degli avanzi vincolati emersi dal rendiconto 2022 - continuano Gesmundo, Castellucci e Ricci - ha scongiurato l’aumento delle tasse in capo ai cittadini e il taglio di alcuni servizi essenziali ma ha spogliato il sistema sanitario che oggi risulta ancora più fragile». «Non ci sono più risorse alle quali attingere e questo potrebbe minare la tenuta del sistema sanitario pubblico. Non parliamo - aggiungono - di uno scenario a lungo termine: già la tenuta sanitaria dell’anno in corso ci sembra a rischio». Per i sindacati «la grave mancanza di personale nella sanità non viola solo le tutele e i diritti di lavoratrici e lavoratori del settore, ma mette anche a repentaglio la sicurezza sul posto di lavoro e di conseguenza la qualità del servizio erogato ai cittadini in uno dei settori più sensibili».

ASSESSORE SANITA', SU LISTE D'ATTESA EMERGENZA INCREDIBILE

«Non siamo in un contesto» di problema classico «di liste d’attesa», «che già c'erano prima del Covid e che erano, comunque, un grave problema, ma siamo in un contesto incredibile di emergenza. Vi riporto i dati del ministro: più di 4 milioni di persone in Italia attendono l'erogazione di prestazioni sanitarie ordinarie, cliniche, chirurgiche, mediche o di screening e quant'altro, e sono in lista di attesa, ed è un problema, è un’emergenza nazionale». Lo ha detto l’assessore pugliese alla Sanità, Rocco Palese, durante la discussione in Aula di un emendamento ad una proposta di legge. «Per cercare di risolverlo - ha aggiunto - affrontare questo problema con le misure ordinarie è impossibile, i Governi che si sono succeduti hanno stanziato una cifra di 500 milioni di euro e, siccome erano consapevoli» della situazione hanno stabilito «che l’erogazione e l’utilizzazione di quelle risorse poteva tranquillamente avvenire al fine dell’abbattimento delle liste d’attesa attraverso le strutture pubbliche e le strutture accreditate a gestione privata».

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