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Bracciante morta, interviene Cgil Puglia: la sentenza non cancella sfruttamento

 
Redazione online

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Paola Clemente

Il sindacato conferma di restare a fianco della famiglia di Paola Clemente. «Sarà così - sottolinea Gesmundo - fino a quando non sarà accertata la verità e perché episodi così drammatici non debbano mai più verificarsi»

Domenica 16 Aprile 2023, 15:24

16:20

BARI - «Non possiamo far altro che attendere il deposito delle motivazioni per analizzare il percorso logico giuridico seguito dal giudicante. Ricordando come il caporalato e lo sfruttamento del lavoro sono in ogni caso un fenomeno diffuso non solo nel settore agricolo e che se c'è un intermediario che lucra sulla fatica di tante persone, stranieri e non, è perché ci sono imprenditori senza scrupoli che provano a massimizzare profitti comprimendo diritti e salari rivolgendosi attingendo manodopera da circuiti irregolari». È il commento dei segretari generali della Cgil Puglia, Pino Gesmundo, e della Flai Cgil regionale, Antonio Gagliardi, alla sentenza emessa dal Tribunale di Trani che ha assolto dal reato di omicidio colposo l’imprenditore agricolo presso il quale lavorava Paola Clemente, a fronte di una richiesta del pm di una condanna di quattro anni.

Gagliardi ricorda che la Flai è costituita parte civile nel processo ancora in corso a Trani a 6 persone accusate di intermediazione illecita e sfruttamento sempre nell’ambito del procedimento legato alla morta di Paola Clemente. «Un processo - dice - che inizialmente ha avuto un cammino lento mentre adesso sta procedendo speditamente. La speranza è che si faccia di tutto per evitare la beffa della prescrizione e che si possa fare chiarezza su quanto avvenuto in questa vicenda, sempre nell’ottica della tutela di tutti i lavoratori».

«La sentenza - sottolinea Gesmundo - ovviamente non cancella la gravità di un fenomeno che sono le azioni investigative di magistratura e forze dell’ordine a far emergere periodicamente, con casi accertati davvero al limite della schiavitù. Merito va alla legge 199 contro il lavoro nero e il caporalato, che ha offerto strumenti importanti di contrasto a queste forme di insopportabili di violazione della dignità di lavoratori e lavoratrici. Il caso di Paola Clemente ha portato all’istituzione di quella legge e come Cgil siamo stati fin dal primo giorno vicini alla sua famiglia, e continueremo a farlo fino a quando non sarà accertata la verità e perché episodi così drammatici non debbano mai più verificarsi».

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