Il terremoto che ha causato una ecatombe in Turchia e Siria e che ha portato l’Ingv-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a emettere un’allerta rosso per tsunami in Puglia, ha svelato una realtà sconcertante: la maggior parte dei Comuni costieri pugliesi non ha un Piano di protezione Civile per il rischio maremoto e in alcun i casi il piano c’è, ma non è aggiornato come dovrebbe. A confermarlo alla Gazzetta è il responsabile della sala operativa di Protezione civile della Regione Puglia, Lucio Pirone che ieri, assieme ai suoi colleghi, s’è trovato a scoprire come stanno le cose. «Abbiamo verificato - afferma - quanti Comuni costieri avessero il Piano per rischio tsunami e sono pochissimi, la percentuale è bassa veramente. Parliamo del 5-6% non so neanche se arriviamo al 10%. Diciamo, orientativamente, che i Comuni costieri sono 65 e i piani che hanno caricato sul nostro portale Sinapsi sono circa il 10%».
Il Piano è importantissimo. Lì è scritto, per esempio, che cosa fare e che cosa no, chi sono i responsabili di protezione civile, dove la gente deve eventualmente assembrarsi per mettersi in salvo e così via.
Il prossimo 17 febbraio saranno sei anni giusti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri con le «Indicazioni per l’aggiornamento delle pianificazioni di protezione civile per il rischio maremoto» e in Puglia le «Linee Guida per la Redazione dei Piani di Protezione Civile Comunali» risalgono a oltre tre anni fa (deliberazione 30 luglio 2019, n. 1414)...
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Il bilancio delle vittime del violento terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria è salito a oltre 7.100. Lo mostrano i dati ufficiali, mentre i soccorritori sono ancora alla ricerca di sopravvissuti intrappolati. Funzionari e medici hanno affermato che 5.434 persone sono morte in Turchia e 1.712 in Siria, portando così il totale delle vittime a 7.146.
Lo riferisce l'agenzia turca per i disastri e le emergenze Afad, come riporta Anadolu, facendo sapere che i feriti sono 26.721 e gli edifici distrutti 5.775.
Si continua a scavare mentre non si fermano le scosse. C'è un italiano che ancora manca all'appello. "Si tratta di Angelo Zen, della provincia di Vicenza, siamo in contatto costante con la famiglia", ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg3 in collegamento dall'Unità di crisi della Farnesina.
Secondo l'Oms il bilancio totale delle vittime potrebbe arrivare a 20.000. In Turchia, ha aggiunto il vice presidente turco Fuat Oktay, come riporta Anadolu, i feriti sono 20.534.
"I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità". A raccontarlo, in una testimonianza audio, è il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale. "Quattro scuole nell'area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono state ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanei", aggiunge.
Una madre e le sue due figlie sono state estratte vive dalle macerie dopo 33 ore ad Hatay, una delle zone più colpite dal terremoto che si è abbattuto sul sud est della Turchia. Lo rende noto Anadolu facendo sapere che mentre venivano trasportate in ospedale, il cuore di una delle figlie ha smesso di battere ma la ragazza è stata successivamente rianimata. Ankara ha fatto sapere che le vittime del sisma sono almeno 3.549 mentre le persone messe in salvo sono almeno 8000.
Oltre 8000 persone sono state salvate in Turchia dopo il terremoto. Sono state almeno 300 le scosse registrate fra Turchia e Siria a partire dalla mezzanotte. Nell'arco di 13 ore la più forte è stata di magnitudo 5,5. Lo indica la lista riportata nel sito che aggiorna costantemente la situazione sismica nella zona, gestito dall'Università del Bosforo con l'Osservatorio di Kandilli, l'Istituto per la ricerca sui terremoti (Krdae) e il Centro regionale di monitoraggio e valutazione di terremoti e tsunami (Bdtim). Delle repliche registrate finora, sono state tre quelle di magnitudo uguale o superiore a 5 e almeno 34 quelle di magnitudo uguale o superiore a 4.
"Sono vicino con tutto il cuore alle persone colpite dal terremoto in #Turchia e #Siria. Continuo a pregare per quanti hanno perso la vita, per i feriti, i familiari, i soccorritori. L'aiuto concreto di tutti noi li possa sostenere in questa immane tragedia". Lo afferma oggi papa Francesco in un tweet.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza per tre mesi nelle 10 province del sud est della Turchia che sono state colpite dal terremoto.