Un mese fa era stato autorizzato a lasciare gli arresti domiciliari di Parabita e venire a Bari per assistere alla lettura della sentenza di «Codice Interno», in cui è stato condannato a 10 anni: alla fine Giacomo Olivieri ha preferito non esserci. E domani sarebbe dovuto essere in Tribunale, per essere interrogato nell’altro processo che lo vede alla sbarra per la bancarotta della società Immoberdan: ma stavolta sono stati i giudici a differire l’interrogatorio «per esigenze d’ufficio».
L’accusa di bancarotta fraudolenta ruota intorno alla consulenza da 2,7 milioni che Olivieri avrebbe ottenuto da Immoberdan, società fallita nel 2018 con un buco da 16 milioni. La pm Bruna Manganelli, sulla base delle relazioni dei curatori fallimentari di Immoberdan e della controllante gruppo Nitti, ha ritenuto che quel pagamento a favore dell’allora avvocato fallimentarista Olivieri fosse in realtà indebito nell’ambito di una serie di operazioni che hanno dissipato il patrimonio di entrambe le società (il proprietario, Nicola Nitti, ha patteggiato due anni con pena sospesa e non menzione)...
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