Sabato 13 Settembre 2025 | 11:47

DigithOn, card. Zuppi in collegamento: «Salvaguardia del pianeta: l’IA può essere utile»

 
Marisa Ingrosso

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Marisa Ingrosso

DigithOn, card. Zuppi in collegamento: «Salvaguardia del pianeta: l’IA può essere utile»

Aprile (presidente di Confindustria Bari-Bat): la sfida è quella di riuscire a creare un’agenzia per attrarre investimenti

Sabato 13 Settembre 2025, 09:45

«Mettere al centro la persona è molto faticoso. Ora siamo ritornati alla soppressione degli altri. A me stupisce che la giustizia internazionale vada in sonno, come dice qualcuno, perché si fa giustizia per le vie brevi, fa giustizia il più forte», così il presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, il cardinal Matteo Zuppi partecipando, in videocollegamento, al panel intitolato «Intelligenza artificiale: restiamo umani» nell’edizione 2025 di Digithon, la maratona digitale in corso a Bisceglie, nel nord Barese.

«Il paradosso - ha detto confrontandosi con il fondatore della manifestazione Francesco Boccia - è che più la macchina imita l’umano, più l’umano rischia di smarrirsi. Per questo servono regole del gioco e la mia paura è che l’etica dell'intelligenza artificiale non esista. Dobbiamo preoccuparci che per chi la detiene, trattandosi di interessi economici impressionanti, l’etica viene dopo».

Per il presidente della Cei «l’intelligenza artificiale può essere preziosa nella conservazione della biodiversità, nella gestione dei rifiuti. Può contribuire alla salvaguardia del Pianeta». Ma, ha ripetuto più volte, «molto dipende da come si usa».

«La digitalizzazione può e deve essere uno strumento al servizio della persona, della comunità, della solidarietà. Il rischio, invece, è che la logica del profitto e della velocità prevalga sul bene comune: la sfida di un nuovo umanesimo è rimettere la persona al centro, senza cadere nella tentazione di ridurla a un dato, a un algoritmo, a un profilo consumatore», ha detto Francesco Boccia. «Un algoritmo per quanto sofisticato non ha in sé il concetto di perdono, comprensione o dell'empatia. La tecnologia aumenta, tocca ogni aspetto della società e delle relazioni sociali ed economiche ma anziché essere focalizzata sul miglioramento della vita delle persone, in molti casi aumenta le diseguaglianze, causato o dalla prevaricazione del più forte o dal divario digitale che a sua volta alimenta nuove forme di disuguaglianza. Accesso alla rete, competenze digitali e uso critico delle tecnologie non possono essere privilegi di pochi. Un umanesimo rinnovato deve promuovere giustizia: l’inclusione digitale diventa parte dell’inclusione sociale. La solidarietà deve passare anche attraverso l’educazione digitale», ha aggiunto Boccia, sottolinenado anche come «le tecnologie ci rendono sicuramente più connessi, ma non necessariamente in relazione. È un paradosso: più contatti, meno legami. Ma è aumentata anche la cattiveria umana, sia nel mondo online che, purtroppo anche nella vita reale. Oggi ci troviamo nella situazione in cui i potenti della terra, 70enni e 80enni hanno in mano le chiavi dell'intelligenza artificiale e anziché utilizzarla per migliorare la condizione degli esseri umani la utilizzano per distruggere territori e massacrare interi popoli».

«Oggi la Puglia è il territorio più spumeggiante nel Paese sul digitale, è fertilissimo, in cui si possono ottenere risultati, quindi il messaggio è: restiamo in Puglia. Non è vero che è un territorio in cui non ci sono opportunità, non abbandoniamolo», ha commentato Michele Ruta, professore ordinario del Politecnico di Bari e delegato del rettore alla transizione digitale.

«La vera sfida - sembra fargli eco Mario Aprile, presidente di Confindustria Bari-Bat - è quella di riuscire a creare un’agenzia per l’attrattività con i principali stakeholders della nostra meravigliosa Regione, che possa riuscire davvero ad attrarre investimenti nel settore manifatturiero, che è strategico per la crescita di ogni territorio».

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