Un giovane pugliese, da qualche giorno è il nuovo Segretario nazionale di Federfarma, la Federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani. È il biscegliese Michele Pellegrini Calace, 47enne e farmacista da tre generazioni. Dal 2014 presidente di Federfarma BAT e dal 2017 consigliere nazionale, Michele Pellegrini Calace succede al dimissionario Roberto Tobia dopo aver lasciato il precedente incarico di tesoriere nazionale Federfarma, ruolo che svolgeva dal 2019.
Federfarma a livello nazionale rappresenta quasi 19mila farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale (oltre 1.200 solo in Puglia). «Mi impegnerò per onorare questo prestigioso ruolo, lavorando con solerzia per il bene della categoria e per lo sviluppo della farmacia di comunità, oggi più che mai al centro del processo di riorganizzazione dell'assistenza sanitaria territoriale in quanto anello di congiunzione tra cittadino e Servizio sanitario nazionale», ha detto Pellegrini commentando il suo nuovo prestigioso incarico.
Cosa è per lei la farmacia?
«La farmacia è un presidio socio-sanitario capillarmente diffuso su tutto il territorio. Oggi rappresenta la prima porta d'accesso per il cittadino al Sistema sanitario nazionale. Le farmacie rappresentano un punto di aggregazione e di sicurezza per i cittadini fornendo un’attività di intermediazione culturale rispetto all’utilizzo dei farmaci e alla sanità in genere, ma svolgono anche un’attività di prevenzione primaria e secondaria su quelle che sono le principali patologie».
Lei crede, insomma, sulla farmacia dei servizi.
«Possiamo offrire alla cittadinanza servizi di screening, le vaccinazioni antinfluenzale e anti-Covid e tra poco sul territorio pugliese si partirà con la telecardiologia in convenzione (alcune farmacie già offrono a pagamento l’holter cardiaco, l’holter pressorio, la spirometria e l’elettrocardiogramma). Il Covid ha dimostrato quanto siano state importanti le farmacie durante la pandemia. La farmacia dei servizi è fondamentale per assicurare l’aderenza terapeutica, per sviluppare la telemedicina e per far sì che possano essere fatte in sicurezza vaccinazioni e screening».
Federfarma è tra l’altro impegnata nel rinnovo del contratto nazionale della categoria
«Il contratto collettivo nazionale è in fase di rinnovo perché lo scorso mese di agosto è scaduto. Sono in corso riunioni con le rappresentanze sindacali e si riprenderà a gennaio per cercare di sanare qualche difformità contrattuale e concludere la rinegoziazione sicuramente entro il 2025».
Il 75% degli iscritti alla Facoltà di farmacia sono donne ma le iscrizioni sono in calo dal 2018. Come mai?
«La flessione dl numero dei laureati si riflette ovviamente sul mercato del lavoro, dove i farmacisti non faticano a trovare subito occupazione: 84 su 100 ci riescono già entro un anno dalla laurea, percentuale che sale a 91 su 100 a cinque anni dal conseguimento del titolo. Sul calo degli iscritti incidono alcune variabili, prima fra tutte il calo demografico. Spesso è ritenuta anche una professione non appagante per una serie di motivi: la retribuzione inadeguata (che spinge numeri crescenti di laureati a lasciare l’Italia per altri Paesi), le difficoltà a conciliare l’impegno professionale con la vita personale e familiare, le poche o nulle prospettive di carriera. Eppure negli ultimi anni è stato valorizzato il ruolo del farmacista professionista con una serie di nuove competenze. La sorella di mia nonna, per esempio, era una una farmacista-preparatrice di farmacia, mio padre un farmacista-dispensatore (soprattutto di farmaci industriali) e adesso, invece, come detto, la farmacia rappresenta la prima porta d'accesso per il cittadino al Sistema sanitario nazionale. Un punto di riferimento sociale, forza di contrasto alle fake-news in ambito sanitario e futuro custode della salute nella cronicità. Un ruolo a cui credo e che, anche nelle vesti di segretario nazionale di Federfarma, cercherò di tutelare».