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Braccialetti elettronici anti stalking, troppi flop

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Braccialetti elettronici anti stalking, troppi flop

In Italia sono attivi 10.553 dispositivi, ma dovrebbero essere più di 41mila

Sabato 09 Novembre 2024, 10:43

Non c’è solo la tragica odissea di Celeste Palmieri, uccisa a colpi di pistola dal marito che poi si è suicidato lo scorso 18 ottobre a San Severo. Il giorno prima stessa sorte era toccata a Camelia Ion a Civitavecchia mentre il 24 settembre a Roua Nabi a Torino: in un solo mese tre donne sono state uccise nonostante i loro aggressori (ex mariti in tutti e tre i casi) indossassero il braccialetto elettronico. Quanto accaduto alle tre donne, uccise dall’uomo che avevano denunciato e dal quale volevano proteggersi affidandosi alla giustizia, ha riacceso il dibattito sull'efficacia di questi dispositivi e per capire perché qualcosa non sta evidentemente funzionando.

Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, le «manette hi-tech» attualmente attive in Italia sono 10.553 a fronte di 41.202 attivate e 30.649 disattivate.

In realtà, dopo anni di polemiche contro i costi di uno strumento percepito inizialmente come «inutile», è ora richiestissimo da quei detenuti che, anziché stare dietro le sbarre di una cella, preferiscono rimanere a casa sia pure controllati a distanza.

Introdotta nel lontano 2001, la normativa che li regola è stata più volte modificata con diversi interventi legislativi: con l’introduzione della legge 47/2015 i dispositivi divengono centrali nel nostro ordinamento. La nuova norma ha infatti statuito che la custodia cautelare può essere applicata esclusivamente quando le altre misure coercitive o interdittive (anche cumulativamente) risultino inadeguate. Viene così invertito l’onere motivazionale, mentre in passato il giudice poteva disporre l’applicazione di mezzi tecnici di controllo solo nel caso in cui lo avesse ritenuto necessario, la norma adesso dispone che le procedure elettroniche di controllo siano sempre applicate, salvo che le stesse siano ritenute non necessarie. Accanto a questi, altri interventi legislativi successivi ne hanno esteso l’applicabilità, inizialmente alla misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione familiare (articolo 282-bis cpp) poi, con la legge n. 69 del 2019 (Codice rosso), anche alla previsione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa (articolo 282-ter cpp), come misura di contrasto alla violenza di genere. È dal 2013 che i braccialetti elettronici vengono impiegati per monitorare le persone verso cui il giudice aveva disposto l’allontanamento dalla casa familiare.

Negli ultimi anni ci sono state diverse polemiche intorno all’uso di questi dispositivi elettronici: prima tra tutte quella sui costi, che nel 2012 furono giudicati dalla Corte dei Conti come decisamente elevati. Più di recente, in seguito alle sempre più numerose applicazioni del braccialetto elettronico nelle misure anti-stalking, le discussioni hanno riguardato i malfunzionamenti dei dispositivi e i rischi per le vittime di violenze. Quanto accaduto recentemente alla pugliese Celeste Palmieri ne è una conferma.

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