Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, sulla Manovra ci sono solo indiscrezioni. Confermato il taglio del cuneo fiscale, sono in cassa le risorse per alzare le pensioni minime e per difendere il potere d’acquisto delle famiglie?
«Su pensioni e potere d’acquisto delle famiglie noi insisteremo molto, ma non mi faccio illusioni. Sulla politica economica e sulla politica industriale, invece, il governo Meloni va avanti a fari spenti. Questa sarà la loro terza manovra, le prime due disastrose, questa arriva con un Def fantasma e senza numeri. Servono 30 miliardi solo per respirare, 18 per rinnovare le misure annuali, cuneo compreso, 12 per il piano correttivo concordato da Giorgetti su 7 anni a causa della procedura d'infrazione causata dalle prime due manovre».
Perché è diventato esiziale in questa fase economica l’esito del concordato di fine ottobre?
«Ormai più che di concordati preventivi si stanno specializzando nei concordati a consuntivo. Il Mef ha stimato che dal concordato preventivo potessero arrivare 1.8/2 mld. Visto il basso numero di adesioni il gettito è lontano e il governo ricorre a due espedienti: la correzione della riforma fiscale con la possibilità di applicare sull'extra reddito un'imposta sostitutiva (10, 12 o 15% a seconda del voto ISA 2023); la seconda, un vero condono fiscale per chi ha dimenticato di versare imposte tra 2018-2023. Insistono nel ridurre la base imponibile per favorire pochi, anziché ampliarla per ridurre la pressione fiscale a tutti in base al reddito prodotto. È la solita destra con il fisco à la carte»...
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