BARI - Una partita doppia, tra Bruxelles e Roma, che riguarda i prossimi equilibri del Pd e di riflesso l’impegno in prima linea di “Mister 500mila preferenze”, il neoeurodeputato Antonio Decaro. Martedi’ sera c’e' stata la riunione degli eurodeputati dem per organizzare l’avvio della nuova legislatura, e discutere degli incarichi interni nonche’ degli assetti, tra una vicepresidenza in ballo, e il ruolo di capogruppo e capodelegazione dei Socialisti e democratici nel parlamento europeo.
Una ricostruzione da Bruxelles, fondata su fonti parlamentari, fotografa uno scenario nel quale Stefano Bonaccini, ex governatore dell’Emilia Romagna, avrebbe rinunciato a concorrere per una vicepresidenza dell’Europarlamento che spetta ai democratici. Il leader emiliano preferirebbe rimanere in lizza per una delle presidenze di commissione al Pe che dovrebbero toccare al Pd, in primis per la commissione Agricoltura, o in seconda battuta per quella del Commercio. Altre ricostruzioni indicherebbero Bonaccini come potenziale vice della Metsola (ipotesi che non troverebbe certo opposizione da parte della leader Elly Schlein), ma il diretto interessato avrebbe altri schemi da realizzare.
Al Nazareno, però, già ci si interroga sulla possibilità che Bonaccini rinunci alla presidenza del partito, carica più o meno onorifica, priva di veri poteri, ma allo stesso tempo frutto di una tensione unitaria in base alla quale va considerata una casella in conto ai riformisti, anche per temperare la svolta identitaria data dalla segreteria Schlein al partito...