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Marti: «Con la Lega a Bruxelles per difendere le ragioni del Sud»

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

Marti: «Con la Lega a Bruxelles per difendere le ragioni del Sud»

Parla il senatore salentino candidato alle europee: basta imposizioni dall’alto, e sui balneari deve poter decidere l’Italia

Lunedì 29 Aprile 2024, 12:55

LECCE - Roberto Marti, leccese, classe 1974, dal 2022 è presidente della settima commissione permanente del Senato. Sarà il candidato di punta della Lega Puglia alle prossime elezioni europee.

Senatore, è stato promotore della legge che cambia l’accesso dei giovani alle facoltà di Medicina. Quali riflessi potrà avere questo provvedimento nella sanità italiana?

«Il superamento della “tagliola” del test d’ingresso a Medicina è un impegno che la Lega aveva preso in campagna elettorale. Un mandato chiaro che ho perseguito costantemente come presidente della VII commissione. Il testo adottato è frutto di un lavoro meticoloso che ha trovato grande convergenza fra tutte le forze politiche. L’obiettivo è, da un lato quello di assicurare al Paese il giusto fabbisogno di medici per non dover mai più trovarci davanti alla penuria messa a nudo durante la pandemia e poter finalmente accorciare le liste d’attesa e, dall’altro, quello di garantire ai giovani appassionati, capaci e meritevoli di poter realizzare il proprio sogno senza vedersi esclusi perché non ricordano chi ha vinto la battaglia di Lepanto o, ancor peggio, l’ultima edizione del grande fratello».

Come replica ai timori del presidente dell’ordine dei medici Filippo Anelli?

«Nessun rischio di creare una pletora medica, anzi. Puntiamo a valorizzare la formazione e l’eccellenza. Affidiamo al Governo una delega per riformare appieno l’attuale sistema di programmazione dei posti disponibili e definire nuovi criteri di accesso. I ministeri dell’Università e della Salute dovranno lavorare in sinergia con la conferenza Stato-Regioni per assicurare ognuno il massimo sforzo possibile per aumentare ancora i posti disponibili pur assicurando la formazione d’eccellenza che caratterizza il sistema italiano. Proprio per questo abbiamo dedicato grande attenzione all’orientamento degli studenti di scuola superiore. Bisogna creare un vero filtro vocazionale e favorire l’approfondimento delle discipline base del primo semestre universitario. A questo serviranno i corsi validi come Pcto, aperti a tutti e disponibili su tutto il territorio nazionale, che potranno prevedere tirocini, realizzati anche in collaborazione con gli ordini delle professioni sanitarie».

Sarà uno dei candidati di punta della Lega alle europee per il Sud Italia. Le ragioni di questa nuova sfida?

«Ho accettato la candidatura con grande entusiasmo perché sono convinto che i cittadini debbano votare i rappresentanti che conoscono il territorio e sanno come difenderlo in Europa. Questo vale ancora di più per il Sud Italia dove le sfide in termini di sviluppo restano significative. Ma siamo anche consapevoli delle tante eccellenze che caratterizzano i nostri territori e che possono fare la differenza se valorizzate a Bruxelles e Strasburgo. Penso alla filiera agroalimentare che occorre difendere rispetto ad un modello di consumo tarato sulla gdo. Penso al tema delle grandi infrastrutture, che grazie al ministro Salvini stanno vivendo una fase di eccezionale rilancio. O al turismo ed alla necessità di continuare ad investire sui marcatori identitari che fanno del nostro Sud un luogo unico ed attrattivo a livello globale».

Lo slogan della Lega è «Più Italia meno Europa». Qual è la visione che volete portare a Bruxelles?

«Votare Lega significa poter contare su una forza politica in grado di difendere davvero gli interessi italiani in Europa. Lo abbiamo dimostrato negli anni e continueremo a distinguerci per questo nostro approccio identitario. Siamo per un’Europa federale a cui spetta il compito di gestire le grandi sfide e le minacce esterne. Continueremo invece ad opporci alla bulimia legislativa che ha caratterizzato la Commissione von der Leyen. Uno dei principi cardine dell’Ue è la sussidiarietà. È per questo che chiederemo alla prossima Commissione di evitare scelte calate dall’alto senza rispettare le specificità dei territori. Questo concetto vale anche per il tema dei balneari. Spetta all’Italia stabilire i criteri per dare attuazione alla Direttiva. La Commissione vuole invece imporci un modello che favorisce le multinazionali e non tiene conto delle nostre peculiarità dove sono le piccole realtà familiari ad assicurare il giusto equilibrio tra servizi per i turisti e tutela del territorio e delle tradizioni».

Quella delle auto elettriche sembra un dogma ideologico che di fatto rende l’Italia colonia della Cina. Che idee ha in merito?

«Sulla transizione verde e digitale ci giochiamo il futuro della nostra industria e della tenuta economica e sociale dei nostri territori. La Lega è l’unica forza politica ad avere il coraggio di andare contro le scelte ideologiche della von der Leyen. Abbandonare la filiera dell’auto a combustione significa finanziare con i soldi degli europei l’acquisto di auto cinesi attraverso sussidi e cassa integrazione. Senza alcun beneficio ambientale, visto che la Cina continuerà ad essere il primo produttore di Co2 a livello mondiale. Puntare tutto e solo sull’auto elettrica rappresenta un autogol clamoroso a cui occorre porre rimedio immediatamente. Lo stesso vale per altre normative che seguono lo stesso approccio ideologico che andranno a depauperare il patrimonio degli italiani come la Direttiva “Case Green”».

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