«Fermi non restiamo. In questi mesi abbiamo lavorato alla costruzione di alleanze con associazioni, movimenti politici, partiti. A tutti chiediamo di tornare nelle piazze, chiamiamo i rappresentanti istituzionali a partecipare a confronti nei territori, a partire dalla città capoluogo di regione. Senza rinunciare a una grande manifestazione alla quale tutti i soggetti che hanno a cuore la Costituzione e la democrazia in questo Paese sono chiamati a partecipare per far sentire forte il dissenso verso un provvedimento che divide il Paese e farà aumentare le diseguaglianze. Ne esce un’Italia più povera e ingiusta, per questo proseguiremo la nostra mobilitazione». Gigia Bucci, segretaria generale della Cgil pugliese, chiama alla protesta contro quella che definisce «la secessione delle regioni ricche».
Segretaria, l’autonomia differenziata è passata al Senato. A breve approderà alla Camera ma la maggioranza ha i numeri perché diventi a breve provvedimento di legge. Come commenta?
«Che questo Governo delle destre ha deciso di spaccare in due l’Italia, altro che patrioti così come si definiscono. Un danno per il Mezzogiorno e i suoi cittadini ma non solo: un Paese diviso è più debole, se impoveriamo ancor più il Sud che nei consumi interni ha le imprese del Nord come principale riferimento, le ricadute sono complessive sul sistema economico. Resta che per noi è un provvedimento che viola la Costituzione, che riconosce pari diritti ai cittadini a prescindere da dove vivono o dove nascono».
Il Governo garantisce che ci sarà applicazione delle nuove norme non prima di aver definito il livelli essenziali di assistenza. Non basta?
«Detta come va detta, non possiamo fidarci di questo Governo. Perché allora avrebbe avuto più senso definire prima i Lea e soprattutto le risorse per finanziali e riequilibrare i divari tra Nord e Sud e poi semmai ragionare di federalismo. Gli analisti calcolano in un taglio di risorse allo Stato centrale per tasse di 9 miliardi. Siamo già in presenza di manovre economiche a debito e di servizi essenziali, a partire dalla tutela della salute, definanziati. Ma non è solo il tema dei Lea al centro delle nostre critiche»...
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