Sono gli ultimi giorni in servizio al Tribunale penale di Bari. Tra poco l’ex consigliere del Csm Giovanni («Ciccio») Zaccaro, eserciterà la sua funzione nella Corte d’Appello di Roma. Prima, però, nella sua veste di segretario nazionale di «Area», la corrente progressista della magistratura, Zaccaro fotografa lo stato di salute della giustizia, mettendo in fila tanti temi delicati.
Dott. Zaccaro, la Camera ha approvato la quinta riforma sulla prescrizione in 19 anni. Ciò che non si… prescrive è la overdose di riforme. Con quale risultato per i cittadini?
«Cambiare così spesso le regole sulla prescrizione lascia tutti nella incertezza. Le udienze, soprattutto in appello, sono calendarizzate tenendo conto delle regole della Cartabia, l’ennesima riforma distruggerà i tentativi di organizzare meglio il lavoro dei magistrati e degli avvocati. È poi inspiegabile che la maggioranza parlamentare non abbia voluto prevedere una norma transitoria per rendere più semplice l’entrata in vigore dell’ennesima riforma».
E su nervi scoperti come “risorse”, mezzi, personale, cancellieri che non ci sono, c’è la stessa tensione?
«Serve assumere, formare e pagare adeguatamente i cancellieri. Serve fare funzionare l’informatica mentre per ora l’esperienza del processo penale telematico è fallimentare. Servono assistenti sociali per far funzionare le pene sostitutive e svuotare le carceri indegnamente piene. Invece non c’è nulla di tutto questo. Solo polemiche, annunci, riforme e contoriforme»...
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