Il Covid torna a ruggire e a spaventare.Si torna a parlare del virus «maledetto» che in molti avevano accantonato, dimenticato. Forse anche volontariamente.
Lo ha detto anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci: «I numeri dei contagi sono aumentati, ma questo era prevedibili perchè veniamo dal periodo estivo. È un dato in linea che potrebbe crescere, ma siamo tranquilli. Non c’è nessuno allarmismo».
La conferma di questa «riacutizzazione» del virus arriva anche dalla Fondazione Gimbe che attesta come da 4 settimane consecutive si rileva una progressiva ripresa della circolazione virale.
Infatti, dalla settimana 10-16 agosto a quella 7-13 settembre il numero dei nuovi casi settimanali è aumentato da 5.889 a 30.777, il tasso di positività dei tamponi dal 6,4% al 14,9%, la media mobile a 7 giorni da 841 casi/die è salita a 4.397 casi/die, l’incidenza da 6 casi per 100 mila abitanti (settimana 6-12 luglio) ha raggiunto 52 casi per 100 mila abitanti.
«Numeri sì bassi - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - ma anche ampiamente sottostimati rispetto al reale impatto della circolazione virale perché il sistema di monitoraggio, in particolare dopo l’abrogazione dell’obbligo di isolamento per i soggetti positivi con il DL 105/2023, di fatto poggia in larga misura su base volontaria. Infatti, da un lato la prescrizione di tamponi nelle persone con sintomi respiratori è ormai residuale, dall’altro con l’ampio uso dei test antigenici fai-da-te la positività viene comunicata solo occasionalmente ai servizi epidemiologici».
In Puglia, in particolare, nella settimana 7-13 settembre si registra un peggioramento dell'incidenza per 100mila abitanti (34) e si evidenzia un aumento dei nuovi casi (14,4%) rispetto alla settimana precedente.
Sotto media nazionale i posti letto in area medica (2,2%) e in terapia intensiva (0,6%) occupati da pazienti Covid-19. L'elenco dei nuovi casi per 100mila abitanti dell'ultima settimana suddivisi per provincia: Lecce 42 (+3,2% rispetto alla settimana precedente), Bari 34 (+28% rispetto alla settimana precedente), Taranto 31 (+17,2% rispetto alla settimana precedente), Barletta-Andria-Trani 30 (+66,2% rispetto alla settimana precedente), Foggia 25 (-7,4% rispetto alla settimana precedente), Brindisi 20 (+11,6% rispetto alla settimana precedente).
Le varianti circolanti appartengono tutte alla «famiglia» Omicron. Nell’ultimo report dell’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) del 7 settembre 2023 non vengono segnalate «varianti di preoccupazione», ma solo «varianti di interesse». In Italia, l’ultima indagine rapida dell’Istito superiore della sanità, effettuata su campioni notificati dal 21 al 27 agosto 2023, riporta come prevalente (41,9%) la variante EG.5 (la cosiddetta «Eris»), in rapido aumento in Europa, Stati Uniti e Asia.
«Le evidenze disponibili - spiega Cartabelotta di Gimbe - dimostrano che Eris ha una maggior capacità evasiva alla risposta immunitaria, da vaccinazione o infezione naturale, che ne favorisce la rapida diffusione. Sul maggior rischio di malattia grave di Eris ad oggi non ci sono studi».
La prossima indagine rapida dell’Iss, secondo quanto indicato dalla circolare del 15 settembre 2023, sarà effettuata su campioni raccolti nella settimana 18-24 settembre.
In area medica, dopo aver raggiunto il minimo (697) il 16 luglio, i posti letto occupati in area medica sono più che triplicati (2.378), mentre in terapia intensiva dal minimo (18) del 21 luglio sono saliti a quota 76 (figura 3). Rispettivamente i tassi nazionali di occupazione sono del 3,8% e dello 0,9% (tabella 1).
«Se in terapia intensiva – spiega il Presidente – i numeri sono veramente esigui dimostrando che oggi l’infezione da Sars-CoV-2 solo raramente determina quadri severi, l’incremento dei posti letto occupati in area medica conferma che nelle persone anziane, fragili e con patologie multiple può aggravare lo stato di salute richiedendo ospedalizzazione e/o peggiorando la prognosi delle malattie concomitanti». Infatti, il tasso di ospedalizzazione in area medica cresce con l’aumentare dell’età: in particolare, passa da 17 per milione di abitanti nella fascia 60-69 anni a 37 per milione di abitanti nella fascia 70-79 anni, a 97 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e a 145 per milione di abitanti negli over 90.
Per quanto riguarda i decessi, sono più che raddoppiati nelle ultime 4 settimane: da 44 nella settimana 17-23 agosto a 99 nella settimana 7-13 settembre. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, i decessi risultano quasi esclusivamente a carico degli over 80, con 28 decessi per milione di abitanti su 31 decessi per milione di abitanti in tutte le fasce di età.