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Parla Fitto: «Decontribuzione Sud, la sfida per la crescita»

 
Redazione primo piano

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Parla Fitto: «Decontribuzione Sud, la sfida per la crescita»

Una nuova visione per il mezzogiorno. Raffaele Fitto: «La Zes unica? È in piena sintonia con il Pnrr»

Domenica 16 Luglio 2023, 07:03

10:23

Il Sud al centro dell’agenda politica del Governo Meloni. Ministro Raffaele Fitto, siamo dinanzi a un grande risultato. L’ok dell’Unione Europea alla creazione di una Zona Economica Speciale unica per le regioni del Sud rappresenta un grande cambiamento rispetto al passato perché supera l’attuale quadro di frammentazione. Alla luce del positivo impatto diventa senza dubbio il tema di queste giornate: cosa succederà ora?

«Innanzitutto, credo che siano d’obbligo due premesse: la prima che conferma come il Sud sia tra le priorità del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con una logica diversa rispetto al passato, spesso caratterizzata da interventi a pioggia e frammentati senza visione strategica di sviluppo e rilancio competitivo. La proposta di una Zes unica, così come anche il lavoro che stiamo portando avanti con le Regioni sulle risorse europee e nazionali vanno nella giusta direzione; la seconda premessa è che tutti gli indicatori economici e sociali, nonché l’ultimo rapporto, l’ottavo, della Commissione europea ci dicono che i divari tra le regioni del Mezzogiorno e il resto delle regioni d’Italia, ma anche delle altre regioni del continente europeo, sono cresciuti nell’ultimo decennio. Quindi, è fondamentale cambiare l’approccio e il paradigma di decenni di politiche per il Mezzogiorno che spesso non hanno funzionato. Nelle prossime settimane prepareremo la nostra proposta che riguarderà una serie di misure che dovranno rappresentare fattori efficienti di attrazione per gli investimenti, di misure in grado di formare e valorizzare il capitale umano, e creare un tessuto economico, produttivo e sociale in grado di sostenere la coesione sociale ed economica».

Istituzioni, enti locali e mondo imprenditoriale. Una Zes unica per tutto il Mezzogiorno è una grande opportunità strategica dal punto di vista della «valorizzazione e degli investimenti», come lei stesso l’ha definita. Quali saranno gli strumenti principali che permetteranno di attuare questi investimenti e rendere queste zone particolarmente competitive? E quali i vantaggi concreti che consentiranno di abbandonare la logica assistenziale?

«La proposta mira ad estendere a tutto il Mezzogiorno le misure di semplificazione e accelerazione nonché riduzione dei tempi delle procedure autorizzative e le norme di sostegno alle imprese previste per le Zone Economiche Speciali. Il tutto tenendo conto della recente evoluzione della politica della Commissione europea in materia di aiuti di Stato - e a questo proposito voglio sottolineare la positiva interlocuzione con il Vicepresidente e Commissario per la Concorrenza Vestager - nonché delle altre decisioni prese a livello europeo su impulso del Governo italiano in termini di flessibilità nell’utilizzo delle risorse e della proposta di nuovi strumenti come Step (la nuova piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa). Inoltre, si mira ad estendere su un orizzonte temporale più ampio gli strumenti di agevolazione fiscale e contributiva sia automatici sia a sportello già in essere, così come ad attivare ulteriori misure di incentivazione per le imprese operanti nei settori strategici.

Sul piano operativo, si estende a tutto il Mezzogiorno l’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e la riduzione di un terzo dei termini di conclusione dei procedimenti. Trasparenza ed efficienza dell’intero processo saranno assicurate attraverso uno Sportello Unico Digitale.

Credo che tutto questo possa rappresentare una buona base di partenza per contribuire a disegnare un contesto economico-sociale differente, non basato su una logica assistenziale, ma caratterizzato da una visione di crescita, sviluppo e competitività».

Semplificare, accelerare, rendere strutturale la «Decontribuzione Sud». Una strategia che può cogliere la sfida di crescita e sviluppo al Sud sostenendo l’occupazione. È un vero cambio di passo per l’economia meridionale? Si potrà finalmente colmare il divario con le Regioni del Nord? Come fare per assicurarsi che gli investimenti siano effettivamente duraturi e produttivi per evitare il ripetersi di passate esperienze e cattedrali nel deserto?

«Decontribuzione Sud» è l’esempio di misura efficace e funzionale al sistema economico e produttivo del Mezzogiorno. Una misura per la quale ci siamo battuti quando eravamo all’opposizione, che appena insediati al Governo abbiamo, attraverso un dialogo con la Commissione, prorogato fino al 31 dicembre 2023, e che ora abbiamo l’obiettivo di rendere strutturale.

Gli esperimenti del passato spesso sono stati il frutto di politiche spot, ora con Giorgia Meloni e il nostro Governo vogliamo dare visione e strategia ad un disegno di lungo periodo, valorizzando il ruolo e la posizione del Mezzogiorno al centro del Mediterraneo. In questi giorni sto leggendo che queste misure non saranno risolutive rispetto ad alcune criticità come la crisi demografica e lo spopolamento del Sud, così come l’impoverimento socio-educativo-culturale. Credo che non bisogna rassegnarsi a questa narrativa, ma occorra invece lavorare per invertirla e credo che questo Governo lo stia facendo in un’ottica che, mi piace ribadire, vuole caratterizzarsi per visione e strategia».

In capo alle Zes c’è una quota importante di finanziamenti Pnrr. La sua proposta di riorganizzazione delle Zes si interseca in qualche modo con la revisione degli obiettivi Pnrr che il Governo ha proposto all’Europa?

«La nostra proposta di istituzione di una Zes unica nel Mezzogiorno rafforza le previsioni del Pnrr in quanto consente di estendere a tutto il territorio del Mezzogiorno le misure di sostegno agli investimenti e soprattutto le semplificazioni e la riduzione dei termini per tutte le procedure connesse. In tal senso, quindi, la proposta integra quelle già previste dal Pnrr e potrà contribuire a rafforzare la crescita e lo sviluppo delle Regioni meridionali che resta uno degli obiettivi del Pnrr».

La creazione di un’unica Zona logistica semplificata estesa all’intero Mezzogiorno ha il pregio di offrire a tutte le imprese la possibilità di beneficiare del regime agevolato. D’altro canto, non segnala, secondo lei, una tendenza all’accentramento che è antitetica all’ipotesi di Autonomia differenziata su cui pure il Governo sta lavorando?

«L’obiettivo del Governo non è accentrare, ma sostenere la crescita e lo sviluppo del Sud per ridurre i divari. In tal senso la proposta di Zes unica è uno degli strumenti necessari a fornire al Sud una chiara occasione di sviluppo che mira a ridurre i divari socio-economici. Se il Sud riprende a crescere avrà maggiori risorse per offrire migliori servizi ai suoi cittadini. Lo sviluppo di queste aree, la crescita e il rafforzamento della qualità dei servizi sono la vera sfida che il Mezzogiorno deve compiere per essere pronto all’autonomia. La nostra visione non è di tipo assistenziale, ma di sostenere la crescita e lo sviluppo perché noi crediamo che il Sud ce la può e ce la deve fare e noi lo sosterremo con tutti gli strumenti utili».

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