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Psicofarmaci a migrante dopo presunta aggressione: inchiesta su Cpr Palazzo S.Gervasio, ispettore di polizia ai domiciliari

Psicofarmaci a migrante dopo presunta aggressione: inchiesta su Cpr Palazzo S.Gervasio, ispettore di polizia ai domiciliari

 
Redazione online (video Tony Vece)

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Redazione online (video Tony Vece)

Psicofarmaci a migrante dopo presunta aggressione: inchiesta sul Cpr di Palazzo San Gervasio

Dell'episodio si occupò Striscia la Notizia: in un video un agente faceva pressioni all'uomo per fargli prendere il farmaco. L'operazione è stata svolta dall'aliquota di polizia giudiziaria della polizia locale di Potenza

Martedì 09 Gennaio 2024, 09:57

17:37

PALAZZO SAN GERVASIO - Un ispettore della Polizia di Stato è stato posto agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sulla gestione del Centro per il rimpatrio di Palazzo San Gervasio (Potenza). L’ispettore è accusato di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato.
È stato anche disposto il divieto per un anno ad esercitare imprese ai gestori del centro e ad un medico, accusato di maltrattamenti, falsi ideologico e violenza privata pluriaggravata. L'operazione è stata svolta dall'aliquota di polizia giudiziaria della polizia locale di Potenza

I FATTI

Aver costretto un migrante ad assumere uno psicofarmaco - sulla base del fatto, che potrebbe rivelarsi falso, che l’uomo aveva aggredito un infermiera e cercato di ferire un agente di Polizia - è la contestazione al centro di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza sul Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di Palazzo San Gervasio (Potenza).

Della vicenda parla oggi il «Corriere della Sera», accostando l'inchiesta della Procura potentina - che indaga per maltrattamenti e violenza privata - a quella in corso a Milano sulla gestione del Cpr di via Corelli.
Dell’episodio della costrizione ad un migrante riluttante ad assumere lo psicofarmaco si occupò circa un anno fa «Striscia la notizia»: la trasmissione mostrò un video - non si sa realizzato da chi ed uscito dal Cpr in modo non chiaro - in cui un agente, che non era solo nella stanza, faceva pressioni sul migrante affinché assumesse il farmaco. L’agente si giustificò raccontando che l’uomo aveva aggredito un’infermiera e cercato di ferire un agente con un coltello. La Procura, però, starebbe valutando la veridicità della relazione di servizio e la posizione dell’agente, perché vi è il sospetto che abbia cercato di influire sulla deposizione dell’infermiera.

In totale, nell’inchiesta sono indagate una decina di persone: i gestori del centro, che si aggiudicarono l’appalto per circa tre milioni di euro, alcune medici e alcuni agenti delle forze dell’ordine.

(foto Tony Vece)

Il divieto ad esercitare imprese o uffici direttivi operanti in rapporti con la pubblica amministrazione - per la durata di un anno - riguarda il rappresentante legale della società che gestiva il Cpr di Palazzo San Gervasio «al tempo delle indagini», il direttore responsabile della società e un’altra persona. La Procura di Potenza ipotizza, in tal caso, a vario titolo, i reati di inadempimento e frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti nei confronti degli ospiti del centro. Il divieto a carico del medico - anche in questo caso per un anno - si riferisce all’esercizio della professione nei centri di permanenza per il rimpatrio: i reati sono quelli di maltrattamenti, falso ideologico e violenza privata pluriaggravata.
Durante l’esecuzione dell’ordinanza sono state eseguite perquisizioni nei confronti altri indagati, tra i quali vi sono avvocati ed appartenenti alla Polizia: ciò costituisce un altro filone dell’inchiesta che si occupa di «una serie di condotte di falso, induzione indebita e concussione legate alle nomine dei difensori di fiducia da parte dei trattenuti presso il Cpr di Palazzo San Gervasio».

PM: CHI DAVA PROBLEMI NEL CPR, VENIVA TRATTATO COME UNA SCIMMIA

«Sulla gestione dei Cpr è in gioco la credibilità dello Stato»: così il procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, nella conferenza stampa in cui stamani sono stati illustrati i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto di un ispettore della Polizia nell’ambito di un’inchiesta sul Centro di Palazzo San Gervasio, «dove - ha aggiunto - chi dava problemi è stato trattato come delle scimmie». In particolare, gli investigatori hanno accertato la «somministrazione massiva di un farmaco, il Rivotril, comunemente conosciuto come la droga dei poveri senza che ce ne fosse bisogno».

Sono stati 35 i casi di maltrattamenti ai danni delle persone ristrette nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza) accertati nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Potenza che ha portato all’arresto di un ispettore della Polizia e ad altre tre misure interdittive. In totale gli indagati sono una trentina, tra i quali diversi medici che hanno prescritto il Rivotril a persone che non avevano bisogno.
Nella conferenza stampa, stamani, il procuratore della Repubblica del capoluogo lucano, Francesco Curcio, ha ringraziato la Polizia di Stato «per la capacità di svolgere indagini su persone al suo interno».
In un altro filone dell’inchiesta, gli investigatori hanno riscontrato «un vero e proprio monopolio dell’assistenza legale" all’interno del Cpr, con parcelle «in un caso anche di 700 mila euro» liquidate dallo Stato a un solo studio legale.

UN'INFERMIERA RACCONTA: «Lì DENTRO ERA UN INFERNO»

«Era un inferno là dentro, e solo chi si trovava a viverlo di persona lo può capire": così un’infermiera in servizio per circa un anno e sette mesi nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Potenza) ha descritto agli investigatori la situazione che si viveva nella struttura. La sua testimonianza è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Potenza Antonello Amodeo, nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo lucano che ha portato all’arresto ai domiciliari dell’ispettore della Polizia di Stato Rosario Olivieri. «Di episodi sgradevoli - ha aggiunto l’infermiera - ce ne sono stati tantissimi, tanti, tanti».

Nell’ordinanza molte pagine sono dedicate all’uso di «farmaci tranquillanti» che venivano somministrati agli ospiti del Centro "a loro insaputa», allo scopo di renderli «innocui e quindi neutralizzare ogni loro possibile lamentela per le condizioni disumane in cui spesso si trovavano a vivere».

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, da ricerche svolte dai Nas dei Carabinieri «risultava che erano state prescritte a pazienti ospiti della struttura ben 1.315 confezioni di Rivotril in gocce e compresse nel periodo da gennaio a dicembre 2018 (vale a dire nel corso del primo anno di apertura del Cpr) e ben 920 confezioni dal gennaio 2019 all’agosto 2019».

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