Domenica 07 Settembre 2025 | 09:29

Potenza, la gradinata Faccin nel degrado: scenario da dopoguerra

 
Luca Lancieri *

Reporter:

Luca Lancieri *

Potenza, la gradinata Faccin nel degrado: scenario da dopoguerra

Un ricettacolo di sporcizia, siringhe e lacci. «Occorre intervenire al più presto»

Sabato 03 Dicembre 2022, 13:34

Zio Billy sta nervoso. Si lamenta con nonna Claretta perché non trova i calzini, le calze, lui le chiama calze. Mi rifiuto di partecipare ad una delle più inutili discussioni della storia. Robbie Dupree chiede dallo stereo «Are You Ready For Love», ah Rob’, vedi se non la finisci.

Billy oggi è vestito che pare uno normale, o quasi. Un tre pezzi grigio antracite, camicia bianca e cravatta dello stesso colore dell’abito. Pure gli occhiali sono neri, come le scarpe. Nessuna concessione al colore.

«Secondo te l’amministrazione comunale solidarizza con Stevie Wonder o sono tutti astrologi amanti delle stelle?». Arriverà al punto, è fatto così. «Perché Potenza è al buio? Non è poco illuminata. Non è illuminata male. Potenza è proprio al buio. Le persone non possono attraversare la strada. Io la sera alla guida non è che vedo male, non vedo proprio niente». Dunque, potrebbe essere uno dei suoi soliti trucchi ma effettivamente non posso dargli torto.

«L’altra sera, dopo aver evitato d’investire almeno tre pedoni, ho deciso di fare due passi a piedi per le vie del centro».

Nonna Claretta si materializza all’improvviso brandendo a mo’ di lazo un paio di calzini «So’ queste le calzette che non trovavi?». «Calze, dannazione, calze, sì sono queste». Nonna se ne va e sul volto ha l’espressione della prima giornata di sole dopo il buio inverno nelle regioni del nord del globo. A me viene data precisa la conferma che questo non sta bene. Zio Billy si siede e dopo aver tolto le stringate nere sfila i calzini, so’ calzini li ho sempre chiamati così, il mondo li chiama calzini maledizione! Calzini normali, antracite con piccoli pois bianchi. E indossa i calzini che ha trovato nonna Claretta. Rosa acceso con piccoli fiori celesti ricamati e alzando il sopracciglio mi punta il dito «Calze!».

E prosegue: «Allora, dopo un paio di vasche in via Pretoria, circonfuso da una tristezza infinita poiché ci credi che non ho salutato nessuno? Due giri, e non ho salutato nessuno! Quindi ho deciso di tornare a casa. Avevo parcheggiato sulla discesa San Giovanni, che poi è anche salita, va be’. Quindi dal 2 Torri prendo le scale della gradinata Faccin. E la tristezza si fa prima rabbia e poi resa forse in omaggio al militare suicida, non saprei. Le condizioni della scalinata sembrano le stesse di cui al bombardamento del dopo guerra, pure dopo il terremoto dell’80 la gradinata era messa meglio. Tutti i gradini, nessuno escluso, sono in rianimazione. E poi il buio, e la sporcizia. In pieno centro. Vi è una specie di cancello per un deposito di non so cosa. Aiutato dalla luce dello smartphone ho ceduto alla curiosità. Ovviamente, un puzzo insopportabile. Siringhe e lacci, d’altronde che t’aspetti in un reparto rianimazione. La luce è andata via». Guarda fiero ‘sti calzini inguardabili e scuote la testa. «Dimmi, dov’è che abbiamo sbagliato?». Non saprei, forse nell’abbinamento dei calzini.

[* fotografo e scrittore]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)