POTENZA - Il rischio era di lasciare senza paracadute gli oltre 6mila lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza) in un momento in cui il mercato automobilistico è in pieno salto nel vuoto.
È stato siglato ieri al Ministero del Lavoro l’accordo che prevede, a partire dal 7 agosto prossimo, un contratto di solidarietà in deroga della durata di un anno per i lavoratori della fabbrica melfitana. È stata utilizzata, in particolare, una modifica del testo originario del «jobs act», fortemente voluta dal sindacato, che consente di andare oltre il limite di tre anni per gli ammortizzatori sociali.
Più che una buona notizia è una boccata d’ossigeno per gli operai. Il vero segnale di speranza per il futuro arriva dalla conferma, da parte dell’azienda, del piano industriale definito nell’accordo del 25 giugno 2021 che prevede la produzione nel sito lucano, a partire dal 2024, di quattro vetture «full electric» e l’assenza di esuberi strutturali. Le difficoltà, insomma, sono legate soltanto alla crisi di approvvigionamento dei semiconduttori. «Con la firma dell’accordo - sostengono i sindacati di categoria Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Aqcfr - si garantiscono salario e prospettive future: abbiamo di nuovo ottenuto la garanzia a maturazione dei ratei degli istituti indiretti per tutti i lavoratori durante il periodo coperto dall’ammortizzatore sociale anche nei momenti di fermo totale, una rotazione equa in base alla fungibilità delle mansioni, una verifica mensile dell’andamento del piano e si prevede la possibilità di un percorso formativo durante la cassa integrazione, che sarà oggetto di un confronto tra le parti affinché si stabiliscano le modalità di realizzazione e per cui abbiamo chiesto un sostegno alla Regione Basilicata. Questa ulteriore intesa - concludono i sindacati - va nella direzione da noi tracciata, ma evidentemente è indispensabile un piano di supporto all’automotive da parte del Governo che aiuti l’intera filiera produttiva ad affrontare la difficile congiuntura e il processo di transizione. La maggiore sofferenza oggi è vissuta proprio dall’indotto stretto fra crisi degli approvvigionamenti, difficili rapporti con Stellantis e transizione energetica. Proseguiremo nella nostra azione sindacale per ottenere prospettive da Stellantis e supporto dal Governo e dalla Regione Basilicata affinché anche dal tavolo regionale possano arrivare soluzioni concrete».
Una schiarita che, però, non allontana tutte le nubi. Domani, infatti, dalle 6 alle 22 è previsto un nuovo stop produttivo nello stabilimento di Melfi. L’azienda ha giustificato l’ennesimo blocco con la perdurante crisi dei semiconduttori. Situazione che si riverbera inevitabilmente anche sulle aziende dell’indotto, alcune delle quali hanno già manifestato segnali di sofferenza. E proprio sulla situazione delle imprese «satellite» che operano nell’area industriale di Melfi oggi è in programma a Potenza l’attivo della Fiom Cgil. Il sindacato sostiene che per affrontare la transizione elettrica, tecnologica, digitale e ambientale «bisogna prevedere un piano straordinario che anticipi investimenti sul settore, progetti di formazione e ammortizzatori sociali nuovi che garantiscano la tenuta occupazionale e salariale».