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Aql, in arrivo una nuova stangata sulle bollette dei lucani

 
Antonella Inciso

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Antonella Inciso

 Acquedotto lucano

È l’effetto dell’aumento del 25 per cento dei costi energetici

Venerdì 29 Aprile 2022, 11:38

POTENZA - L’aumento sarà inevitabile, anche se sulla bolletta gli effetti si potranno vedere nel tempo.
L’aumento della tariffa e di conseguenza della bolletta dell’acqua appare una scelta, quasi obbligata, per Acquedotto lucano. Una conseguenza legata all’aumento vertiginoso del costo dell’energia ed ad una serie di criticità economiche che l’ente vive da anni.

È un documento riservato sulle condizioni economico-finanziario dei tecnici dell’ente a metterlo nero su bianco, considerando - come previsto da una delibera dell’Arera del 31 dicembre 2021 - l’aggiornamento tariffario. Un aggiornamento del 25 per cento che nello schema di calcolo economico del valore minimo del costo dell’energia elettrica sostenuta dal gestore ipotizza un incremento del 25 per cento, passando dai 0,1618 euro chilowatt ora ai 0,2023 euro chilowatt ora.

Una maggiorazione sostanziosa, decisa dall’Arera, che Acquedotto ha già inserito tra i ricavi del 2022 in attesa «della predisposizione ed approvazione da parte dell’Egrib dell’aggiornamento tariffario per il biennio 2022 e 2023» stimando «un conguaglio del costo dell’energia elettrica da recuperare nell’anno per 9milioni e 900mila euro». Variazioni che viene sottolineato nel documento riservato «andranno recepite in tariffa e quindi addebitate agli utenti, seppure con modalità differita nel tempo». 

Una indicazione chiara, quindi, che conferma l’aumento della bolletta dei lucani a meno di un anno dal precedente aumento, approvato dall’assemblea dei soci dell’ente. «Nella specifica situazione di Acquedotto Lucano, nella predisposizione della tariffa applicata nell’anno 2021, approvata da Arera nel mese di gennaio 2022, è stato considerato il costo dell’energia elettrica - basato sui consumi (136 euro e 50 centesimi megawatt ora) e sul costo medio (0,149 euro chilowatt ora) dell’anno 2019 – che risulta pari a circa 20,5 milioni di euro - sottolinea il documento - Questo valore, al netto del consumo attribuibile alla gestione delle aree industriali, è nettamente inferiore, precisamente per 9 milioni e 500mila euro, rispetto alla spesa effettivamente consuntivata nel 2021 per il sistema idrico integrato».
Gli aumenti della bolletta, quindi, non saranno sufficienti a coprire i costi dell’energia. Non basteranno a chiudere tutte le perdite dell’ente. Come viene specificato sempre nelle carte si evidenzia come nella tariffa resterà a carico di Acquedotto lucano «un costo non coperto di 14 milioni 440mila euro» mentre verrà recuperata «con l’aggiornamento tariffario che si ipotizza di applicare agli utenti, l’importo di 14 milioni e 800mila euro». Anche se ancora nel dossier di Acquedotto viene precisato che «la stima dei costi energetici potrebbe subire significative variazioni consentendo eventuali risparmi rispetto all’ipotesi assunta nel budget ossia 48 milioni e 700mila euro».

Debiti, crediti, tariffe e soldi da recuperare: un quadro in chiaroscuro sui cui l’ombra dell’aumento dell’energia ed i costi per i servizi si allungano pesantemente. «L’importo complessivo dei costi per i servizi ammonta a circa 82 milioni e 600mila euro di cui il 59 per cento ascrivibile ai costi di energia elettrica ed il 25 per cento ai costi di manutenzione e gestione di reti ed impianti - è evidenziato nel dossier economico - In particolare, la voce gestione degli impianti e delle reti comprende, prevalentemente, i canoni di depurazione per circa 8 milioni e mezzo di euro, canoni di impianto sollevamento fognari per oltre 900 mila euro e reti fognaria per circa 720 mila euro. Il costo per l’energia elettrica ammonta a circa 49 milioni di euro, con un consumo stimato di 154 milioni chilowatt ora. Tale valore è di oltre 17 milioni di euro superiore al costo già sostenuto nel 2021 e di circa 30 milioni di euro superiore al costo del 2020, solo parzialmente recuperabile in tariffa, allorché le stesse verranno aggiornate, e comunque con un ritardo di almeno 2 anni».

Già perché gli aumenti non saranno immediati ma partiranno dai prossimi anni. Esattamente come avvenuto lo scorso anno con l’aumento relativo al 2020 che i lucani hanno pagato e pagano con le bollette in corso. E se i cittadini lucani, con queste prospettive e con questi costi, vedranno inevitabilmente aumentare le loro bollette, i rischi maggiori li corre l’ente sub regionale. La sua crisi finanziaria è profonda, risalente nel tempo ed a meno di interventi economici da parte dei soci, Regione e comuni compresi, difficilmente potrà essere superata.

Scrivono, infatti, i tecnici : «l’onere energetico a carico del gestore, non coperto dal meccanismo tariffario dei conguagli, oscillerebbe da un minimo di 14 milioni e 400mila euro (ipotesi assunta nel budget 2022) ad un massimo di 21 milioni e 300 mila euro. Il mancato riconoscimento di questo maggior onere potrebbe, quindi, comportare un peggioramento del risultato previsto per il 2022 di ulteriori 6 milioni e 900mila euro, incrementando la perdita di esercizio a circa 19 milioni e 200mila euro, con conseguente sostanziale azzeramento dell’intero capitale sociale».

Un rischio quello dell’azzeramento del capitale sociale che potrebbe avere ripercussioni sulla sostenibilità dell’intero ente. Perché «se sotto il profilo economico tale meccanismo tariffario è in grado di attenuare parzialmente gli effetti negativi dell’aumento dei costi energetici» sotto il profilo finanziario il riconoscimento in tariffa del conguaglio per l’esercizio 2022 verrà riconosciuto solo nel 2024. Provocando, quella che nei documenti è definita «una discrasia temporale insostenibile sotto il profilo finanziario». Con il «concreto rischio» a causa del limite all’aumento tariffario previsto dalle norme «della mancata recuperabilità dell’intero importo nel 2024 ed il rinvio del recupero dello stesso alle annualità successive». Scelta che determinerebbe «un ulteriore aggravamento della situazione finanziaria». Con nuovi riflessi negativi sui cittadini della Basilicata

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