POTENZA - Sono 931 i profughi ucraini arrivati finora in Basilicata, dove sono distribuiti in 69 comuni (52 nel Potentino e 17 nel Materano) su un totale di 131: il dato è stato fornito ai giornalisti dal prefetto di Potenza, Michele Campanaro, a margine della firma, con la sindaca del Comune di Rapone, Felicetta Lorenzo, di una convenzione per l'accoglienza di 40 persone.
In particolare, dei 931 profughi, 671 si trovano in provincia di Potenza, distribuiti in 52 comuni, e gli altri 260 in 17 comuni del Materano. In totale sono 17 i minori non accompagnati (13 nel Potentino e quattro nel Materano). In provincia di Potenza vi sono 202 minori in età scolare (dai sei ai 16 anni) e di questi 47 sono stati avviati al percorso scolastico, in particolare nella Primaria. In provincia di Matera vi sono invece 81 minori in età scolare.
Riferendosi alla convenzione per accogliere 40 profughi in abitazioni private di Rapone (circa 900 abitanti), il prefetto ha evidenziato che «con questo documento si replica il contratto che la Prefettura sottoscrive per la gestione dell’accoglienza. Vogliamo fornire non solo il vitto e alloggio, ma anche e soprattutto la mediazione linguistica, l’assistenza sociale, sanitaria e legale. E l’obiettivo è quello di spalmare ulteriormente la distribuzione dei profughi finora arrivati e degli altri che raggiungeranno la nostra provincia nelle prossime settimane». La sindaca ha parlato di una «grande opportunità» per il piccolo comune di Rapone: «Li accoglieremo con gioia. Non ci illudiamo - ha sottolineato - che staranno sempre con noi, ma, per il tempo che staranno nel nostro paese, per noi sarà sicuramente un arricchimento».
Un comitato «aperto e inclusivo" composto da giovani e adulti, per «diffondere la cultura della pace», condannando l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, partendo dalla consapevolezza che «si può fermare la guerra con il metodo della non violenza": è questo l’obiettivo del coordinamento per la pace di Potenza che si è costituito oggi nel capoluogo di regione lucano.
«Un comitato - ha spiegato Anna Maria Palermo - che si è costituito per condannare l’aggressione dell’Ucraina per far cessare il conflitto e salvare le vite umane. La pace - ha aggiunto - si raggiunge con il dialogo e il negoziato non sostenendo il conflitto con l’invio di armi e soldati».
All’iniziativa hanno aderito diverse associazioni del Potentino e gruppi di studenti e cittadini, che hanno condiviso un documento costitutivo, suddiviso in diversi punti.
Tra gli obiettivi che i partecipanti si sono prefissati - è scritto nell’atto - il comitato mira a «salvare il popolo ucraino dal disastro, sostenere chi si rifiuta di imbracciare le armi», denunciando «l'irresponsabilità di tutte le istituzioni che alimentano la guerra con l’invio di armi all’Ucraina», con una richiesta «all’Organizzazione delle Nazioni Unite di esercitare con decisione i proprio ruolo per il mantenimento della pace e della sicurezza mondiale».
«Aderiremo alla campagna 'Stop the war' - ha aggiunto Palermo - che organizzerà delle carovane di pace per andare in Ucraina, noi - ha concluso - porteremo anche il nostro aiuto eventualmente portando qui in Italia coloro che vogliono uscire e scappare dall’Ucraina».