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Una petizione per il ricorso al Tar

 
Rita Schena

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Rita Schena

Giovedì 28 Dicembre 2017, 12:56

TARANTO - Un gruppo di cittadini, tra cui il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, l’attivista ambientale Fabio Millarte e le pediatre Annamaria Moschetti e Maria Grazia Parisi, ha lanciato una raccolta firme per sostenere il ricorso al Tar del Comune di Taranto e della Regione Puglia contro il DPCM del 29 settembre 2017 «che - osservano i promotori - offre ad ArcelorMittal tempi lunghissimi per la messa a norma degli impianti dell’Ilva». La petizione online è chiamata #Stopaldecretoilva-Manda la tua firma al ministro Calenda.
«Vivresti - è scritto nel documento da inviare al ministro dello Sviluppo Economico - in una città dove chi inquina è difeso da uno scudo penale? Noi cittadini sosteniamo il ricorso al Tar presentato dal Comune di Taranto e dalla Regione Puglia. Il nostro è un appello civico privo di ogni coloritura politica. Mira solo a contrastare l’inaudito tentativo del Governo di garantire fino al 2023 l’immunità penale di chi gestirà l’Ilva. In tal modo il Governo toglie ogni garanzia per i cittadini e i lavoratori. Ad Arcelor Mittal viene consegnata una città priva di tutele, offrendo un trattamento di massimo favore».

I promotori dell’iniziativa ricordano che «la Corte Costituzionale aveva consentito l’uso degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva (sottoposti ancora oggi a sequestro penale) a condizione che venisse eseguita la messa a norma di tutti gli impianti entro il 2015. Adesso invece la messa a norma di tutti gli impianti viene spostata al 2023 e nel frattempo ai gestori viene garantita l’immunità penale. Tutto questo è inaccettabile. Di fronte a un simile inaudito attacco - concludono - crediamo debba mobilitarsi l’intera comunità nazionale e chiunque abbia a cuore la democrazia e la Costituzione, qualunque sia la propria città, qualunque sia il proprio credo politico, qualunque sia la propria collocazione sociale».

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