di Antonella Inciso
La Basilicata incorona Matteo Renzi. Anche se tenendosi al di sotto delle percentuali nazionali. Un successo annunciato, dopo il risultato ottenuto nei circoli. La Basilicata si conferma renziana, ma si dimostra anche vicina ad Emiliano, mentre Orlando si difende dignitosamente, in particolare in alcune roccaforti. È il risultato delle primarie aperte che hanno animato questa domenica di fine aprile. Intorno al 61-62% dei lucani ha scelto di votare per la mozione dell’ex premier, mentre il 25-26% ha preferito Emiliano e il 12-13% si è schierato con Orlando.
La vera sorpresa, però, è stata l’affluenza, non solo superiore a quelle che erano le previsioni più rosee della vigilia ma addirittura maggiore al parametro di raffronto del 2013 e dei 32mila e 500 elettori. Il fantasma del flop aleggiato per giorni è stato, quindi, ieri sconfitto. Pesantemente sconfitto da una mobilitazione capillare di tutte le anime dem, costretta anche nella piccola Basilicata a fare i conti non solo con le divisioni interne ma con la forte ondata di anti-politica. Caso emblematico è il capoluogo di regione che supera e di non poco il dato sull’affluenza registrato sempre nel 2013: 2900 votanti nel 2013 poco più di 3mila nel 2017. A differenza di Matera che, invece, rispetto al 2013 perde circa 1100 votanti.
La «più grande prova di esercizio democratico», dunque, si è chiusa con uno straordinario successo. Un dato che, al di là dei risultati delle singole mozioni, non potrà non avere riflessi anche sulle scelte future che da domani in poi il partito farà, puntando a un’unità, soprattutto nella corrente renziana, più volte invocata e nei fatti non realizzata.
Intanto, in attesa di domani, si guarda ai numeri ed alle percentuali. Percentuali più che bulgare, ad esempio, per Matteo Renzi che ad Oliveto lucano, piccolo centro della collina materana, riesce ad ottenere il 100% dei voti. Un quorum che solo per poco (il 93,85%) non si ottiene a San Martino d’Agri, «patria» del consigliere regionale dem Vincenzo Robortella. Ma non è solo Renzi a vantare numeri bulgari: c’è anche Orlando che ottiene il 100% a Valsinni. La mozione Emiliano tocca il 77,33% a Nemoli ma dimostra una presenza capillare in quasi tutti i comuni.
Chiuso il capitolo primarie, comunque, da domani per i renziani e le altre anime dem inizia una nuova fase. Con un Marcello Pittella che esce rafforzato, dopo lo strappo consumato nel correntone renziano per la composizione della lista fatta a sua immagine, e Piero Lacorazza sostenitore di Emiliano che dimostra la sua forza sul territorio regionale. Roberto Cifarelli, «condottiero» della mozione Orlando, conferma invece il suo ruolo nel Materano ma - escluse roccaforti come il Vulture - non sfonda nel Potentino. Ora toccheranno a loro e agli altri le prossime mosse, in un partito senza segretario regionale da un anno e mezzo e senza segretari provinciali dalla scissione. Passaggi che non potranno non passare dalla segreteria regionale, dalle segreterie provinciali e dal rimpasto di giunta.