BARI - Sulla decisione di far entrare in Italia, senza dazi, 35mila tonnellate di olio dalla Tunisia, «l'errore politico rimane, ma l’impatto economico sarà limitato». Lo ha sottolineato, oggi a margine del congresso Copagri in corso a Bari, il coordinatore del gruppo Socialisti e democratici nella commissione Agricoltura dell’Ue, Paolo De Castro.
L’europarlamentare ha spiegato che a mettere al riparo da eventuali rischi ci sono due provvedimenti: «La etichettatura obbligatoria, quindi l’obbligo dell’origine; e il divieto di replica di questo provvedimento che finisce in due anni, e non ha possibilità di proroga». L’ingresso dell’olio tunisino «noi l'abbiamo bocciato - ha sottolineato - perché è sbagliato nell’intento principale, cioè quello di aiutare i tunisini. Il nostro paese importa ogni anno 600mila tonnellate di olio, prevalentemente da Spagna e Grecia. E quasi tutta l’intera produzione tunisina già entra. Solo che una parte di questo olio oggi non pagherà il dazio».
Quindi, ha rilevato, «non mi aspetto un impatto sconvolgente sul mercato, ma è sbagliato il modo. Non è stata fatta nessuna analisi di impatto su questa misura, nè è stato coinvolto il Parlamento. Abbiamo avuto la codecisone con Lisbona e ci siamo dovuti bere una proposta senza poter partecipare alla costruzione di qualcosa di più utile ai tunisini e magari politicamente poi gestibile per noi». «Perché in questo momento proprio l’olio? - ha domandato De Castro - Potevamo prendere un altro settore diverso dall’agricoltura, o nell’ambito dell’agricoltura potevamo prendere diversi settori». «Cioè - ha concluso - fare una cosa e, visto che la proponeva l’Italia, magari trovare una cosa più equilibrata».