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Bari, lezioni sotto gli alberi con «maestra natura»

 
Francesca Di Tommaso

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Francesca Di Tommaso

Bari, lezioni sotto gli alberi con «maestra natura»

A Poggiofranco, all'istituto comprensivo Montello-Santomauro

Venerdì 28 Maggio 2021, 11:17

Alla EL/7, dell’istituto comprensivo Montello-Santomauro, fare lezioni all’aria aperta è buona pratica consolidata da tempo. E, dal 1° marzo 2021, famiglie e insegnanti si sono autofinanziati per portarla avanti attraverso un orto didattico che alla fine ha coinvolto tutte le discipline e ha costituito una sorta di cura della persona, dell’anima di una persona. Coinvolgendo docenti, ragazzi, famiglie e residenti del municipio 2.

I bambini delle classi prime delle sezioni A-B-C-D entrano ed escono dalle aule, accompagnati dai loro insegnanti, e raggiungono i loro due orti, dove trascorrono la maggior parte della mattinata scolastica. Hanno stivali, zappe, rastrelli e innaffiatoi, ordinati in fila, in attesa di essere utilizzati per andare a controllare come prosegue la vita là fuori, nei due orti contigui che sono nati grazie a loro, alla loro resilienza alla pandemia, il momento storico più tragico che si potesse immaginare. L’orto, in realtà, è solo il pretesto per studiare all’aperto: sotto gli alberi i piccoli leggono con la maestra di italiano. Per realizzare il recinto degli orti bisogna far di conto; così come calcolare quante piantine vanno seminate è esercizio con la maestra di matematica. E dipingere ciottoli è il percorso artistico con la maestra. E l’insegnante di scienze li ha guidati a realizzare le carte di identità degli insetti e altri animaletti che vivono indisturbati tra zucchine ed insalate.

«Su quegli appezzamenti prima di marzo c’era solo erbaccia. Ora abbiamo piantato anche 27 alberelli, in collaborazione con Luca Ottomanelli e Orto Domingo, l’orto urbano dell’università a pochi passi dalla nostra scuola, nell’aps Parco - spiega la maestra Patrizia Macinagrossa, deus ex machina del progetto - Sono laureata in scienze biologiche e insegno matematica e scienze. Il progetto in questione nasce come educazione civica e sviluppo sostenibile, ma alla fine ci siamo fatte prendere la mano e sono state coinvolte tutte le discipline - sorride - Tutto è partito dalla lettura del libro “Il mago di Oz”: i due orti, “orto Luna” e “orto Arcobaleno”, hanno i loro spaventapasseri realizzati dai bambini con l’insegnante di arte, e si chiamano Alberto e Luna: sono innamorati ma per ora si guardano a distanza, come tutti noi fino a quando l’emergenza sanitaria persiste. La pandemia è un’esperienza che avrebbe devastato non solo i più piccoli ma anche le loro famiglie. Imprevedibile il risultato di uno spazio all’aperto a disposizione di piccoli, grandi, docenti e famiglie. Il coinvolgimento di genitori e nonni, lo scambio educativo, l’entusiasmo e l’impegno di tutti i docenti: un’esperienza meravigliosa che continueremo».

«Dal 2015, anno in cui sono arrivata in questa scuola, il progetto dell’orto scolastico è sempre stato realizzato - spiega la dirigente scolastica, Anna Lia Minoia - Fino a quando abbiamo potuto, abbiamo utilizzato i finanziamenti di Pon e fondi di Istituto - Ma non ci ha fermati la pandemia, anzi: quest’anno abbiamo fatto tutto da soli, un progetto curriculare nel normale corso di apprendimento al quale i docenti hanno dedicato ovviamente più ore, all’interno delle loro ore di attività. E senza nulla in cambio, se non l’entusiasmo e lo sviluppo delle competenze dei nostri alunni che “imparano facendo”».

«Nel corso degli anni abbiamo sempre compilato un modulo nel quale ci veniva richiesto di indicare se intendevamo allestire un orto - sottolinea Macinagrossa - ma non abbiamo mai avuto riscontro. Abbiamo anche richiesto al Comune un sistema di irrigazione, ma finora non abbiamo avuto notizie. Non ci diamo per vinti, adesso siamo in graduatoria provvisoria per il prossimo Pon. I risultati sui bambini sono la prova che la strada intrapresa è quella giusta. Questo è importante».
«Le maestre sono un team straordinario e i risultati di un’esperienza bellissima li vedo negli occhi di mio figlio - commenta Monica Santoro, una delle rappresentanti di classe - nella capacità che ha acquisito di rispettare e capire l’altro, di avere la pazienza di aspettare i tempi della natura e di chi è diverso da te».

Mercoledì mattina i referenti del progetto, gli insegnanti Nicola Cardone per le sezioni A e B e Patrizia Macinagrossa per le sezioni C e D, assieme alla dirigente Anna Lia Minoia e alle rappresentanti di classe Imma Pirrozzoli, Irma Corsi, Monica Santoro e Angela de Santis, hanno tagliato simbolicamente la prima insalatina raccolta dall’orto dei bambini. «Un orto della comunità - conclude la maestra Patrizia - Il bancale per accedervi e che abbiamo ridipinto non è mai chiuso a chiave: non è raro che io trovi qualche genitore che è passato ad innaffiare. Ora stiamo pensando al futuro: chissà, ci piacerebbe crescere i pulcini sotto l’albero del rosario...».

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