Molfetta, recuperate e liberate oltre mille tartarughe marine in poco più di 2 anni
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Nel Leccese
Camillo De Donno
13 Gennaio 2021
In piedi a cent’anni dopo la frattura di un femore. Tornata a casa, l’anziana paziente ha seguito le prescrizioni mediche e grazie alle cure ed alla sua tenace volontà ha da subito iniziato a camminare aiutandosi col girello: «È stata ed è - racconta la centenaria - un’esperienza che mai avrei creduto di dover fare, ma ora sono sicura di potermi riprendere al meglio».
Quello di Marta - la chiameremo così per tutelarne la privacy, è uno dei casi dell’eccezionale quotidianità di Ortopedia, reparto dell’ospedale Delli Ponti che viaggia al ritmo di mille interventi anno, per la maggior parte su persone anziane. Femori risistemati e pazienti rimessi in piedi nel giro di dieci giorni e, nel caso di Marta, in tempo utile per poter festeggiare, come si conviene, l’ingresso nel primo secolo di vita. Un “miracolo” non raro nel reparto di Ortopedia del Veris delli Ponti e che è frutto dell’affiatamento tra il personale sanitario, allenato a far gioco di squadra e all’aggiornamento professionale continuo.
È questo il metodo adottato dalla dottoressa Antonella Ciullo, primo direttore donna di Ortopedia, che privilegia il lavoro collegiale basato sulla reciproca stima e che si traduce in un reparto che gira a pieno ritmo ed al massimo della produttività. Oltre alla dottoressa Ciullo, solo altri cinque medici: Alessandro Vecchio, Maurizio Mannarini, Vincenzo Margilio, Daniele Scrimieri e Marco Marenaci, cui si aggiungono il capo sala Fernando Conoci, gli infermieri, gli Oss, i tecnici della sala gessi. Anche in Ortopedia, però, l’emergenza Covid si è fatta sentire, perciò gli interventi in sala operatoria sono stati limitati ai grandi traumi e agli interventi non rinviabili. Il tutto nell’ambito di un tempo reso difficile dalla pandemia ma che, in questo caso, è diventato concreta opportunità perché la dottoressa Ciullo ha utilizzato l’eccezionalità del momento per organizzare il suo team e farne un’aggregazione di competenze condivise indirizzate al raggiungimento di un risultato di squadra in ogni livello del reparto: dalla sala operatoria, all’assistenza dei ricoverati che non possono, in questi mesi, far conto sul sostegno dei loro congiunti. Il tutto nell’ambito di un continuo scambio di informazioni e conoscenze che parte dal pronto soccorso e organizza il supporto delle varie specialità che accompagnano i ricoverati fino alla guarigione. Che non è fatta solo di medicina e di chirurgia, ma anche di sostegno e di aiuto ad ogni livello. Ora che gli ammalati non possono avere che un breve contatto con i loro familiari, è il personale a star loro vicino. Presto sarà a loro disposizione un tablet “ di servizio” che grazie allo schermo li farà essere virtualmente vicini ai loro familiari.
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