Giovedì 13 Novembre 2025 | 17:30

«Dopo 9 mesi non è ancora stata fatta luce sulla morte di Antonio»: parla la famiglia dell'operaio morto a Ferrandina

«Dopo 9 mesi non è ancora stata fatta luce sulla morte di Antonio»: parla la famiglia dell'operaio morto a Ferrandina

 
Redazione online

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«Dopo 9 mesi non è ancora stata fatta luce sulla morte di Antonio»: parla la famiglia dell'operaio morto a Ferrandina

L'incidente il 7 febbraio scorso in un impianto di depurazione di Acquedotto Lucano gestito dalla Soteco Spa

Giovedì 13 Novembre 2025, 16:05

«Inspiegabilmente distanza di nove mesi dalla morte non è ancora stata fatta piena luce sulle cause del decesso né è stata fornita una ricostruzione logica e definitiva dell’accaduto». È quanto denunciato dalla famiglia di Antonio Pirretti, morto sul lavoro il 7 febbraio scorso, a Ferrandina (Matera) in un impianto di depurazione di Acquedotto Lucano gestito dalla Soteco Spa.
Tramite una nota, la famiglia ricorda come «Antonio sia morto quella mattina, intorno alle 7.45, all’interno dello stabilimento dove era giunto alle 7 per eseguire le consuete attività lavorative. Ciò che è accaduto da quel momento fino alla constatazione del decesso è il segmento principale che le indagini della Procura di Matera avrebbero dovuto ricostruire. E invece il procedimento penale che avrebbe dovuto chiarire eventuali responsabilità, pur essendo stato iscritto per un grave reato, quello di omicidio colposo (589 del Codice penale), risulta tuttora a carico di ignoti».

Nel testo diffuso dalla famiglia si evidenzia come «l'esame autoptico disposto dal magistrato abbia portato il consulente tecnico del Pubblico ministero a concludere per una morte improvvisa», diagnosi che «non coincide con le valutazioni dei consulenti di parte nominati dai familiari di Pirretti (medico legale e anatomopatologo), che hanno invece evidenziato la presenza di più concause, tra cui l’intrappolamento prolungato nel macchinario e la mancanza di adeguate misure di sicurezza e di prevenzione. Tutti aspetti che un’inchiesta giudiziaria non può ignorare».

Il prossimo martedì, 18 novembre, davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Matera, si terrà l’udienza in camera di consiglio. Il gip potrà «disporre la prosecuzione delle indagini o l’imputazione coatta nei confronti del datore di lavoro. Ma potrebbe anche decidere, come richiesto dalla Procura, di archiviare il fascicolo, lasciando inqualificabili zone d’ombra».

La madre di Antonio, Angela Rosa Dattoli, e la sorella Tiziana chiedono pubblicamente che «vengano chiarite completamente e definitivamente le circostanze in cui ha perso la vita il proprio caro. Circostanze che, a oggi, restano oscure e pertanto inaccettabili per chi ha perso un figlio e un fratello mentre svolgeva le proprie funzioni sul posto di lavoro».

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