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«Appena vedo Benone lo devo ammazzare»

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

«Appena vedo Benone lo devo ammazzare»

Resta in carcere il 27enne Jadir accusato del delitto di Policoro

Giovedì 18 Luglio 2024, 08:51

POLICORO - «Appena acchiappo a Benone lo devo ammazzare... ha fatto arrestare mio fratello! Lui ha denunciato mio fratello perché gli ha fatto la rapina». Sono le parole pronunciate da Achraf Jadir, 27enne italiano ma di origini marocchine, arrestato dai carabinieri e condotto nel carcere di Matera con l'accusa di essere l'autore dell'omicidio del 51enne senza fissa dimora di origini rumene Benone Bascoveanu avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 luglio scorso a Policoro, in provincia di Matera. Parole che l'indagato avrebbe pronunciato dinanzi ai militari che lo avevano fermato per un controllo poco dopo aver pestato a sangue il clochard per cercare di smarcarsi dalle accuse, ma che invece sono diventate un indizio contro di lui.

Per il gip Roberto Scillitani che ieri ha convalidato il fermo e confermato la custodia cautelare in carcere, il 27enne avrebbe riferito quelle parole «al fine di fuorviare le indagini lasciando intendere di non sapere dell'aggressione in realtà perpetrata poco prima in danno del Bascoveanu»: un goffo tentativo vanificato dalla miriade di indizi raccolti dai carabinieri del Nucleo investigativo agli ordini del capitano Alberto Bruno e della Compagnia di Policoro guidati dal capitano Roberto Rampino. Innanzitutto la presenza sulle sue scarpe di tracce di sangue, ma anche il tentativo di pulirsi altri indumenti nascondendo il fazzoletto di carta utilizzato, poi ritrovato dagli investigatori. Non solo. Il 27enne è stato individuato anche da un cittadino che ha assistito alla brutale aggressione e infine dalla sua presenza, a pochi metri di distanza al momento dell'arrivo dei militari sul posto.

Insomma, un quadro accusatorio ricostruito dal pubblico ministero Maria Christina De Tommasi che il gip Scillitani ha ritenuto pienamente attendibile.

Quell'omicidio, quindi, per gli inquirenti è una vendetta per la denuncia fatta dalla vittima: una ritorsione messa in atto con un pestaggio violento che ha portato il 51enne alla morte.

Un pestaggio brutale portato a termine in via Monte Bianco, a pochi passi dalla caserma dei carabinieri: colpi violenti anche per via dell'esperienza del 27enne in arti marziali come kickbox e Mma. La spedizione punitiva sarebbe stata attuata circa 40 minuti dopo la mezzanotte e l'allarme sarebbe stato dato da un cittadino che dalla sua abitazione aveva assistito alle violenze sul 51enne, persona conosciuta visto che dormiva spesso proprio su quella panchina.

Ieri mattina, il 27enne difeso dall'avvocato Anna Maria Lourdes Delfino, è comparso dinanzi al giudice Scillitani per l'interrogatorio di convalida, ma ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Le indagini intanto proseguono per trovare ulteriori conferme a quelle già raccolte finora.

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