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Angelo Morizzi
16 Novembre 2019
L’accostamento non appaia irriguardoso ricordando, a grandi linee, quello che succede alla città di Venezia, in tempi di acqua alta, mai mitigata dalla diga del Mose, l’eterna incompiuta. Se a Metaponto lido non si interverrà con opere di mitigazione dell’erosione, la località ionica continuerà a rimanere sott’acqua. Di un piano straordinario o di salvataggio per Metaponto si parla ormai da tempo immemorabile. Tanti gli interventi tampone realizzati: dai ripascimenti abbozzati dell’arenile, subito rimangiati dalla furia del mare, fino alle barriere soffolte, sulla cui efficacia i pareri restano fortemente discordi, a seconda dell’entità delle mareggiate. Sale alto, perciò, anche il grido di dolore degli operatori, che non si rassegnano e reclamano la sabbia, come elemento essenziale per continuare ad esistere.
«Non vogliamo morire – dicono –. Questa è la nostra terra, dove abbiamo deciso di investire e di restare», tuonano dall’Associazione “Leucippo”. Le associazioni filo-ambientaliste, invece, guardano anche alle criticità antropiche, oltre che a quelle naturali. Continuando a promuovere numerosi convegni e seminari sull’erosione e acquisendo pareri illuminati di esperti e accademici del settore. È stato il caso della Pro Loco o, più recentemente, di “Italia Nostra”, che vanta, a Bernalda e Metaponto, alcuni attivisti, tecnici o addirittura ex amministratori.
«L’acqua nella pineta di Metaponto – dicono gli ambientalisti locali – non costituisce una novità. Purtroppo, da noi si ha memoria corta, per cui le cose da tenere a mente si perdono nel tempo». Gli attivisti insistono, poi, sul sistema della vigilanza e del controllo della costa, contro ogni tipo di eventuale abuso. «Visto e considerato che alcuni stabilimenti, costretti a indietreggiare dal fenomeno erosivo, si sono spostati sempre più verso le cosiddette aree naturalistiche. Localizzandosi, talora, sui cordoni dunali, proprio di fronte alle mareggiate». Secondo gli ambientalisti bernaldesi, «anche per questi motivi spiaggia e concessioni vanno concertate e riviste. Il fenomeno erosivo esiste in maniera evidente ed è possibile constatarlo pure d’estate, quando si scorgono autentici gradoni di 30/40 cm. passeggiando lungo l’arenile. Come se non bastasse bisogna fare i conti con le problematiche di un’area sensibile agli incendi».
Il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, assieme alla sua Giunta, non le manda a dire al Governo lucano, da cui pretende «interventi strutturali e non più palliativi». I balneari promettono, invece, battaglie sostanziali, chiedendo di «mettere al centro delle politiche regionali la questione “Litorale ionico Metapontino”, con particolare attenzione a Metaponto. Mentre le associazioni verdi auspicano «un monitoraggio più puntuale delle opere di mitigazione messe in atto, visto che, quando se ne fanno, come sulle barriere soffolte, i risultati, poi, non vengono diffusi». Chiedendo, inoltre, di «poter collaborare col Comune alla salvaguardia della costa».
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