MATERA - Per Matera Capitale europea della Cultura 2019 «abbiamo un programma culturale solido: naturalmente si può fare di più e siamo qui anche per questo». Così il Ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, che stamani partecipa al workshop «Conoscere per competere» organizzato dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro.
A oltre due mesi dall’inaugurazione del 19 gennaio, Bonisoli ha evidenziato di «continuare a venire» nella Città dei Sassi "perché ci sono eventi di vario tipo: questo è già un messaggio positivo. Ci sono - ha aggiunto - mostre che tra poco partiranno, c'è un progetto che è quello di portare degli esempi di risultati di 'Europa creà legati all’industria creativa. E la cosa positiva è che abbiamo un programma culturale solido e di fianco abbiamo tutta una serie di eventi ancillari che zavorrano e vanno a irrobustire ancora di più quello che è l'obiettivo finale: l’immagine di Matera punto di dialogo, di alto respiro culturale che possa andare avanti da solo. Pensiamo che - ha concluso - ci stiamo riuscendo, naturalmente si può fare di più e siamo qui anche per questo».
«Il tipo di messaggio che stanno passando a Verona è quanto di più lontano sia nelle mie sensibilità». Lo ha detto, a margine del workshop «Conoscere per competere», organizzato a Matera dalla Federazione nazionale dei Cavalieri del lavoro, il Ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, rispondendo a una domanda sul Congresso mondiale delle famiglie.
«Per me - ha aggiunto - la famiglia è quella dove c'è dell’amore, non è quella tenuta in piedi da una scatola giuridica ma è quella dove c'è del sentimento e le persone vivono insieme, si rispettano e credono in un progetto comune: questa è la ragione per cui non sono stato minimamente interessato ad andare a Verona a parlare di cose che penso che siano semplicemente sbagliate. Ma - ha proseguito - siamo in democrazia e quindi, sul fatto che qualcuno invece ci creda, complessivamente, penso che sia una cosa positiva per il nostro Paese». Bonisoli ha inoltre aggiunto che «una delle cose belle della democrazia è che ci deve essere per le persone la possibilità di esprimere quello che pensano, i propri orientamenti anche riguardo a tematiche molto importanti come quelle della vita personale delle famiglie».