Giovedì 18 Settembre 2025 | 12:33

Porto Cesareo, stretta sui «party» in mare al largo per tutelare le aree protette

 
Fabiana Pacella

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Fabiana Pacella

Stretta sui «party» in mare per tutelare le aree protette

Scattano le contromisure della Prefettura di Lecce dopo gli articoli di denuncia sulla «Gazzetta». Dall’estate 2026 un’apposita ordinanza vieterà feste non autorizzate e sarà possibile, per le forze dell’ordine, salire a bordo dei natanti e sottoporre i conducenti ad alcoltest

Giovedì 18 Settembre 2025, 09:52

09:55

I «rave» in mare al largo di Porto Cesareo (Le) finiscono sul tavolo della prefettura di Lecce.

Il fenomeno, partito come una sequela di ritrovi festosi e poi sfuggito di mano, oggetto di una specifica inchiesta della Gazzetta del Mezzogiorno, è stato ieri uno dei punti all’ordine del giorno del Comitato interforze per l’ordine e la sicurezza coordinato dal prefetto Natalino Domenico Manno.

Sarà stretta sui party danzanti in acqua, tra La Strea e l’Isola dei Conigli – e non solo -, che hanno riunito fino a 50-70 barche alla volta, schierate al largo con tanto di dj, vocalist, animazione, casse - audio e di alcolici, ndr – e cibo.

Non una censura alla voglia di divertirsi di alcune famiglie che sui natanti di proprietà si ritrovano nel pieno rispetto delle regole – va fatto un distinguo per non gettare tutto in un unico confuso calderone -, ma un’azione che coinvolgerà tutte le forze dell’ordine al fine di tutelare la salute dell’ambiente terracqueo e aree Sic e Zps da inquinamento da spazzatura, carburante e rumori, da guide spericolate con danni a cose e/o persone a causa dei fumi dell’alcol, per non parlare poi di regole eluse chiaramente: l’ordinanza 80/2023 della Capitaneria di Porto di Gallipoli, che circoscrive aree di transito e di ancoraggio/sosta e ormeggio, l’art. 18 del Tulps che vieta l’assembramento di persone e riunioni organizzate in luoghi pubblici in assenza di autorizzazione della Questura, l’art 666 del codice penale punisce chi faccia intrattenimento in area pubblica senza licenza.

In sintesi, e per il futuro: dall’estate 2026 un’apposita ordinanza vieterà feste non autorizzate e sarà possibile, per le forze dell’ordine, salire a bordo dei natanti e sottoporre i conducenti ad alcoltest per evitare guida in stato di ebbrezza con i danni diffusi a più livelli che ne potrebbero derivare.

Per l’immediato: procedono le indagini della Capitaneria e delle altre forze dell’ordine sugli episodi dell’estate appena conclusasi, con conseguenze sia dal punto di vista penale che amministrativo con una serie di sanzioni pecuniarie. Per il primo aspetto, in particolare, sono al vaglio le posizioni di almeno due persone tra le tante identificate, che hanno opposto resistenza ai controlli di carabinieri e capitaneria. «Ci penso io», le parole di uno dei festaioli un po’ su di giri.

Ma cos’è accaduto e come si è evoluto il fenomeno?

Ogni domenica da luglio, nell’area indicata qualche rigo più su, sono stati organizzati dei ritrovi danzanti, da due differenti associazioni – dotate di profili social, con foto, video, date e il resto -, su cui oggi si concentra parte dell’attività d’indagine.

Poi i numeri sono cresciuti in maniera vertiginosa coinvolgendo fino a 70 natanti e oltre, e per gli eventi grossi – come indicano le indagini - i due gruppi festaioli si sono uniti creandone uno solo, con oltre 100 persone.

Il 7 settembre scorso, ad esempio, le forze dell’ordine hanno accertato la presenza di 55 barche con 3-4 persone a bordo per ognuna. Erano tutte in fila, una trentina da un lato, il resto dall’altro, prore all’esterno e all’interno le cime per tenersi, al centro la pista da ballo in acqua - si appieda perché non si superano i 60 cm, ndr-.

Le persone a bordo sono per lo più locali, dai capoluoghi e dalle province di Lecce e Brindisi, paesi come Leverano, Monteroni, San Pietro, Mesagne, Carmiano.

Qualcuno degli identificati non è proprio sconosciuto alle forze dell’ordine.

Questi e altri dettagli sono nel fascicolo d’indagine. Va da sé che nel mirino dello Stato non c’è il piacere di fare festa, ma l’attitudine a far passare per regola non scritta, pericolose consuetudini che le regole le infrangono a totale discapito della salute, della sicurezza e incolumità di tutti.

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