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Lecce e gli incidenti sulle strade: in città una media di 800 scontri

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Lecce e gli incidenti sulle strade: in città una media di 800 scontri

Giallo sui morti: secondo l’assessore Capoccia negli ultimi 10 anni sono stati registrati 43 decessi e non 81 come sostiene «Lecce 30»

Mercoledì 23 Aprile 2025, 14:59

Negli ultimi 5 anni sono stati registrati 23 decessi dovuti a incidenti stradali che si sono verificati in città, sono centinaia i pedoni investiti e decine i ciclisti. Ieri mattina, l’assessore alla Mobilità, Giancarlo Capoccia, ha letto il report sugli incidenti stradali avvenuti nelle strade della città tra il 2020 e il 2025 ed è emerso che non è esatto il numero dei decessi riportati nella petizione di “Lecce 30”.

Nell’anno 2020 sono stati rilevati 494 incidenti nel capoluogo leccese, di cui due mortali: i feriti sono 294. Nell’anno della pandemia sono stati investiti 38 pedoni. Nel 2021 sono accaduti 619 incidenti stradali, di cui 5 mortali, con 285 feriti (coinvolti 59 autocarri, 55 motocicli, 37 ciclomotori, 2 velocipedi e 67 pedoni). Ammontano a 818 gli incidenti stradali nel 2022: sono 4 i decessi e oltre 400 feriti (66 autocarri coinvolti, 717 auto coinvolte, 59 ciclisti e 115 pedoni). Nel 2023 sono 837 i sinistri stradali, con 8 persone che hanno perso la vita e 436 feriti (78 gli autocarri coinvolti, 114 motocicli, 57 ciclisti, oltre 700 auto e 122 pedoni investiti). I numeri totali non cambiano di molto nel 2024: sono stati registrati 818 incidenti stradali, 3 decessi, 481 feriti, 63 autocarri coinvolti, 129 motocicli, 47 ciclomotori, 54 ciclisti, 495 auto coinvolte e 123 pedoni investiti. Nei primi 3 mesi del 2025 il Comando della polizia locale ha contato 144 incidenti stradali, un decesso, 116 feriti (14 autocarri coinvolti e 18 ciclisti investiti). In soli tre mesi di quest’anno sono già 37 i pedoni feriti e 25 i motociclisti.

I dati che erano stati comunicati, in relazione agli 81 morti negli ultimi nove anni, non sono confermati. I consiglieri Massimo Fragola e Paolo Cairo non riescono a spiegarsi da dove sia arrivato il dato dei decessi comunicato in una precedente commissione (dati diffusi attraverso la petizione “Lecce 30”, in cui diverse associazioni promuovono il limite dei 30 chilometri orari in tutta la città): «Probabilmente il dato non era collegato strettamente agli incidenti stradali, ma a morti per altre cause sulle strade». In effetti se negli ultimi 10 anni (dal 2013 al 2023) i decessi sono 43, negli ultimi 5 anni quasi la metà. Il consigliere Antonio Rotundo (Pd) ha chiesto di fare chiarezza sul dato dei decessi, perché nella petizione si fa riferimento a dati del Comune di Lecce. Paolo Cairo ha ricostruito i fatti spiegando che quei dati furono passati da qualcuno all’interno del comando, ma senza alcuna ufficialità: in realtà, erano numeri non recuperati e trasmessi seguendo dei criteri scientifici. I dati ufficiali sono stati forniti ieri in Commissione. Dal 2013 al 2023 sono stati registrati 42 decessi causati incidenti stradali a Lecce.

«I dati forniti dall’associazione per “Lecce 30” vanno a cozzare con i nostri - ha spiegato Capoccia - Loro dicono di aver acquisito questi numeri dalla polizia locale, ma i nostri sono quelli ufficiali. Proverò a sentirmi con quest’associazione». Tra le strade con più alto tasso di incidentalità spiccano quelle centrali (Piazza Palio, Piazzetta Muratore, Piazza Mazzini, Piazzetta Verdi, Piazza Indipendenza, Piazza Italia, Piazza Ludovico Ariosto, Porta Napoli, Piazza Argento, Piazza Santa Rosa da Lima). Ma per conoscere con precisione le vie più problematiche bisognerà attendere la fine del 2025: lo studio della polizia locale va avanti..

«Cercheremo di intervenire sulle strade con maggiore incidentalità - ha spiegato l’assessore Capoccia in chiusura - Stiamo studiando la situazione per capire cosa c’è da migliorare e cosa non va. La maggior parte degli incidenti avviene per distrazione, oppure perché uno degli automobilisti è sotto l’effetto di alcol o droghe. Non bastano solo gli interventi fisici, bisogna lavorare molto sulla cultura della sicurezza in strada. Bisogna lavorare sul doppio binario: da una parte mettere in sicurezza le nostre arterie, dall’altro lavorare sulla cultura».

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