Sabato 06 Settembre 2025 | 16:22

Lecce, detenuto dà in escandescenze e prende a calci e pugno un poliziotto

 
Mauro Ciardo

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Mauro Ciardo

Lecce, detenuto dà in escandescenze e prende a calci e pugno un poliziotto

L'episodio nel primo pomeriggio di ieri, 29 marzo. Una volta caduto a terra, l'agente sarebbe stato nuovamente preso a calci, riportando diverse lesioni, fino all'arrivo di un ispettore di reparto

Sabato 29 Marzo 2025, 11:33

LECCE - Un agente della polizia penitenziaria è stato violentemente aggredito ieri pomeriggio, 28 marzo, nel carcere di Lecce.
Stando alle prime ricostruzioni, l'episodio si sarebbe verificato intorno alle 13, nel reparto di isolamento della sezione R2.
L'agente ferito è un assistente capo coordinatore, addetto alla vigilanza della sezione. L'aggressore sarebbe un detenuto di nazionalità italiana, che ha dato in escandescenze colpendo il malcapitato con calci e pugni.

Non solo, una volta caduto a terra, l'agente sarebbe stato nuovamente preso a calci, riportando diverse lesioni, fino all'arrivo di un ispettore di reparto che ha soccorso il collega.

Immediate le proteste dell'organizzazione sindacale Osapp, attraverso il segretario regionale Ruggero Damato e il segretario generale aggiunto Pasquale Montesano. "Questo ennesimo episodio - tuona Damato - conferma lo stato emergenziale in cui versa l’Istituto leccese, tra una dilagante carenza di personale e un aumento esponenziale della popolazione detenuta.
Ad aggravare la situazione - aggiunge - la cronica carenza di personale medico e psichiatrico di supporto per i numerosissimi soggetti affetti da tali patologie e allo stato completamente abbandonati a se stessi".

“C'e una pessima gestione delle infrastrutture e del personale da parte dell'amministrazione penitenziaria centrale - l'opinione di Montesano - la politica finge o ignora queste condizioni che invece sono la principale causa delle proteste e degli episodi gravi che stanno accadendo nelle strutture penitenziarie. Episodi come questo vanificano il sacrificio e la straordinaria professionalità di 36mila donne e uomini del Corpo di polizia penitenziaria, che quotidianamente assicurano la sicurezza nelle carceri del Paese e costituiscono al tempo stesso l’ultimo baluardo di umanità nelle frontiere penitenziarie".

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