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Sos per salvare le dune nel Salento

 
Stefano Manca

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Stefano Manca

Sos per salvare le dune nel Salento

Italia Nostra: «Stop a ombrelloni, sdraio e lettini». La pressione dei bagnanti danneggia i cordoni di sabbia

Domenica 28 Aprile 2024, 12:56

LECCE - «Via automobili, ombrelloni, sdraio e lettini da boschi e dune». La sezione Sud Salento di Italia Nostra chiede alla Regione Puglia di rafforzare una recente ordinanza a tutela dei cordoni dunali. Evidentemente ritenuta insufficiente a impedire cattive abitudini e, soprattutto, danni ambientali. Per questo la storica associazione ha lanciato un appello al governatore Michele Emiliano, agli assessori regionali Raffaele Piemontese (Demanio) e Serena Triggiani (Ambiente), al presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e ai sindaci di Trepuzzi, Squinzano, Lecce, Vernole, Melendugno, Otranto, Salve, Ugento, Taviano, Gallipoli, Nardò e Porto Cesareo. Italia Nostra ritiene che l’ordinanza emessa dal Servizio Demanio costiero e portuale della Regione lo scorso 22 aprile necessiti di integrazioni per garantire un’efficace tutela della costa.

«L’esperienza degli anni passati - spiegano da Italia Nostra Sud Salento il segretario della giunta Marcello Seclì e il presidente di sezione Mario Fiorella - ha dimostrato come non risultino sufficienti i generici divieti senza individuare specifici strumenti di salvaguardia delle dune». Eppure la Regione Puglia ha istituito la “Giornata della Costa” e abrogato l’articolo 6 della legge 32/2022, restituendo alla gestione pubblica il patrimonio delle dune e la responsabilità della sua conservazione. Per questo Italia Nostra invoca «tempestivi e chiari interventi con l’emanazione di divieti necessari per la salvaguardia di tali habitat». L’ordinanza regionale, però, è già stata emanata nei giorni scorsi. «Non avendo avuto modo di inviare un contributo prima della sua emissione - replicano Fiorella e Seclì - interveniamo in questa fase per chiedere alla Regione Puglia che possa essere integrata». Come? Mettendo nero su bianco i comportamenti da bandire e quelli da promuovere: divieto di apertura varchi, divieto di transito e sosta sui cordoni dunali al di fuori dei sentieri predisposti, chiusura degli accessi impropri; collocazione di recinzioni e staccionate in legno e corda, realizzazione di sistemi di protezione con passerelle in legno, installazione di cartelli informativi. «La mancata delimitazione di dette aree e la forte pressione antropica esercitata durante la stagione estiva - proseguono - comporta un transito indiscriminato su tali habitat che, in mancanza di percorsi protetti, induce i vacanzieri ad attraversarli impiantando ombrelloni e svolgendo attività ludiche che provocano smottamenti delle dune e scopertura delle radici della vegetazione, tra cui i preziosissimi ginepri».

Italia Nostra sollecita anche gli enti locali: «Chiediamo che la Regione solleciti le Province, quali enti gestori delle Zone di Protezione Speciale, a segnalare dettagliatamente gli interventi necessari per un’adeguata tutela, mentre i Comuni rivieraschi interessati provvedano all’emissione di ulteriori ordinanze che vietino in ogni modo la sosta di vetture in aree boscate o retrodunali, oltre che lo stazionamento e il posizionamento di ombrelloni, sdraio e lettini e di qualsivoglia attrezzatura sul cordone dunale, sia nelle aree fronte mare che in quelle retrostanti, pubblicizzandone i contenuti con cartelli ben visibili». Al resto, è l’auspicio finale, penseranno le sanzioni da parte di Guardia costiera, Polizia locale e forze dell’ordine, antico quanto valido deterrente.

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