Per il 2024 servono 326 figure professionali. Asl Lecce ha elaborato il Piano del fabbisogno del personale individuando le figure che necessitano per completare la pianta organica, poi servono le coperture e le autorizzazioni della Regione Puglia per assumere. Mancano 103 medici, 5 veterinari, 19 dirigenti delle professioni sanitarie, 8 dirigenti amministrativi, 2 dirigenti professionali, 112 unità per il comparto tecnico, 2 unità per il comparto sanitario, 1 unità per il comparto professionale, 19 per il comparto amministrativo. Totale del fabbisogno per l’anno in corso pari a 8.673 unità, a fronte di 8.347 in servizio nel 2023. Il Piano dell’Asl di Lecce è stato predisposto nel rispetto del tetto di spesa attribuito con delibera di giunta 1818/2022 pari a 371.911.293 euro.
Consistente il fabbisogno del personale per l’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce che necessita di 2.450 unità spalmate tra varie figure professionali. Tra le voci più consistenti quella della Terapia intensiva dove servono 23 medici per una spesa prevista di oltre 1,4 milioni di euro, 83 infermieri per un costo annuo di più di 2,1 milioni, 12 tecnici. Altra voce che pesa quella del pronto soccorso che necessita di 126 unità di cui: 37 medici, 59 infermieri, 28 operatori socio-sanitari, 2 amministrativi per una spesa annua complessiva di 4.418.588,86 euro. Altro capitolo sensibile è quello della radiologia perché la carenza di personale rallenta non solo l’esecuzione degli esami diagnostici per l’utenza esterna con conseguenti riflessi sulle liste d’attesa, ma anche quelli da effettuare sui degenti che determinano ritardi nelle dimissioni. Un problema questo che investe in modo particolare Pneumologia e Medicina ad alto tasso di ricovero di anziani affetti da patologie plurime. Per la Radiologia del Fazzi è stimato un fabbisogno di 122 professionisti: 27 medici, 20 infermieri, 69 tecnici, 4 operatori socio-sanitari. Vistose carenze anche in Oncoematologia pediatrica dove servono 11 oncologi, 14 infermieri e 3 operatori socio-sanitari. In sofferenza anche il laboratorio di Patologia clinica dove servono 5 medici, 21 biologi, 32 tecnici, 2 operatori socio-sanitari. E poi, in Chirurgia pediatrica mancano 6 chirurghi, 4 operatori socio-sanitari, 15 infermieri. In Cardiochirurgia è vacante il posto di direttore del reparto al momento coperto dal facente funzione Salvatore Zaccaria e poi mancano 13 medici, 36 infermieri, 10 ausiliari e 12 operatori socio-sanitari.
Organico scoperto anche negli ospedali periferici a gestione diretta Asl. Nei due ospedali di primo livello, Scorrano e Gallipoli, mancano rispettivamente 649 e 536 unità. Nei tre di base: Copertino, Galatina, Casarano, nell’ordine bisogna coprire: 285 operatori sanitari, 325 figure professionali, 509 tra medici, infermieri e personale tecnico.
La pubblica amministrazione continua a dover fare i conti con un vincolo di spesa, quello relativo al personale che deve essere contenuto al tetto del 2004 ridotto dell’1,4 percento (paletto voluto da Mario Monti nel 2012 con la spending review), che la Regione non deve superare e che ogni Asl deve rispettare come ha ben fatto quella di Lecce. La strada delle assunzioni è lastricata da mille difficoltà, ma la quadra presuppone anche la disponibilità dei professionisti della sanità, in particolare medici e tecnici che sono “merce rara”. Analizzando le previsioni del fabbisogno nei reparti dove si segnalano le maggiori difficoltà è facile comprendere che ad un’astina alta, ossia il numero di personale necessario al buon funzionamento dell’unità operativa, non corrisponde il numero atteso per la semplice ragione che non ci sono sufficienti specialisti.