LECCE - Più di otto aggressioni al mese a danno dei medici per un totale di 92 atti di violenza (aggressioni, violenze, minacce verbali e fisiche). Questo il bilancio che traccia Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, su quanto sin qui segnalato dalle vittime di soprusi e violenze (quasi mai denunciate all’autorità competente) o da chi è stato testimone di questi episodi. Nessuna struttura sanitaria è stata risparmiata dalla furia di utenti o parenti che hanno inteso reagire con violenza a un’attesa o ad una risposta clinica non gradita. Teatro delle violenze, infatti, sono stati gli ambulatori dei medici di medicina generale e degli specialisti convenzionati, le sedi della Continuità assistenziale (guardia medica), i pronto soccorso, il 118, le corsie ospedaliere – in particolare quelle in cui la vita e la morte si intrecciano spesso – e quindi Rianimazione, Chirurgia, Medicina, Geriatria.
Una situazione a cui l’Ordine dei medici presta massima attenzione ed è già pronta una tabella di marcia con iniziative che saranno intraprese a partire dai primi mesi del nuovo anno. De Giorgi puntualizza: «È importante denunciare tutti gli episodi di violenza superando paure, senso di impotenza, rassegnazione. L’Ordine professionale sarà particolarmente vicino, non tanto in maniera “solidaristica”, anche costituendosi parte civile, sottolineando che il danno – a volte irreparabile – che subisce un medico dalla violenza è certamente un enorme danno anche per tutti i professionisti e per la società stessa. A breve, grazie all’iniziativa della responsabile della Commissione ordinistica “Pari opportunità”, Daniela Fusco, inizierà il secondo “Corso di autodifesa” per acquisire elementi in grado di comprendere l’avvicinarsi di eventi violenti e proteggerci adeguatamente. I maggiori sforzi saranno declinati dall’Ordine per una finalità che ci sembra assolutamente preminente: in un clima mondiale dominato da rapporti violenti, è certo che creare una cultura del tutto diversa è un punto centrale. Agiremo quindi per generare un’opinione e una cultura di rispetto specialmente per chi lavora e dedica tutta la propria vita al rispetto della vita. L’azione sarà svolta nelle scuole, nei luoghi di lavoro, con eventi specifici, per culminare il 25 aprile, data di ricorrenza dell’atroce delitto subito dalla concittadina e cara collega Monteduro. Essa appartiene ad un dolorosissimo elenco, cui numerosissime altre colleghe, soprattutto donne: si sono aggiunte – fra gli altri – Paola Labriola, Barbara Capovani, Francesca Romeo. La violenza contro i sanitari non è solo un problema di ordine pubblico, ma un vero problema di civiltà, che quest’Ordine vuole garantire».
Due gli auspici di De Giorgi rivolti ai vertici Asl: «Osservare - con l’attenzione dimostrata sinora – l’efficienza dei sistemi di soccorso e di sicurezza centralizzati, soprattutto nelle “guardie mediche” e nei pronto soccorsi, ribadendo la necessità di rendere al più presto non solo più sicuro, ma anche più efficiente il servizio di Continuità assistenziale con le innovazioni contenute nel PNRR); dare seguito a ciò che era stato concordato con l’Asl, a proposito della comunicazione tra i parenti e chi viene trattato in pronto soccorso con codici di accettazione diversi, prodigandosi nello sforzo di rendere le attese il meno lunghe e il più comprensibili per quanto possibile: ad esempio misure “taglia-code” e informazione con personale adeguato, non sottratto all’assistenza».