SQUINZANO - La Procura accende un faro sullo stoccaggio del piombo in un’azienda di recupero batterie. Nel frattempo tre persone risultano denunciate e un intero opificio è stato messo sotto sequestro in attesa di approfondimenti.
L’operazione di apposizione dei sigilli è avvenuta nei giorni scorsi ai danni della Team Italia, una società a responsabilità limitata il cui stabilimento sorge sulla strada provinciale 100 che collega Squinzano a Casalabate e Torre Rinalda. Una superficie di circa 15mila e 300 metri quadrati tipizzata D3 “zona artigianale”.
L’intervento è stato condotto dagli agenti della polizia provinciale, guidata dal comandante Alessandro Guerrieri, che al termine di una serie di indagini ha depositato un fascicolo, con allegata documentazione fotografica, che attualmente si trova sulla scrivania del sostituto procuratore Alessandro Prontera, negli uffici della Procura.
La Team Italia è una società che si occupa del recupero di batterie d’auto con il riciclo del piombo attraverso la sua estrazione e la trasformazione in munizioni per la caccia. Secondo l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Provincia, nello stabilimento le batterie esauste vengono recuperate, mediante un processo di frantumazione e separazione delle componenti (vagliatura e separazione idrodinamica o flottazione), dando origine a piombo metallico, pastello di piombo e acido solforico diluito, che vengono depositati in un locale in attesa di essere utilizzati nel forno fusorio oppure venduti ad altre aziende.
Si tratta dell’unico impianto in Puglia autorizzato allo smaltimento delle batterie al piombo e, attraverso particolari procedimenti che mirano innanzitutto a non disperdere nell’ambiente il piombo e l’acido solforico contenuto nelle batterie, dal 1994 fornisce le aziende con piombini per caccia e tiro, mediante una lega certificata. Non solo. Produce anche pallini induriti con leghe ad alto contenuto d’antimonio e pallettoni prodotti per stampaggio.
La Procura, da quanto è dato di sapere, non starebbe contestando nulla circa le fasi produttive, quanto invece i metodi di stoccaggio del piombo, che non sarebbe avvenuto nel rispetto delle normative vigenti.
Dalle aree interne all’azienda sarebbero già stati prelevati dei campioni di percolato che ora saranno analizzati in laboratori specializzati, mentre al momento risultano - come si diceva - tre le persone denunciate a vario titolo.