LECCE - La Mini Cooper Clubman non gli piaceva più. E dunque dopo un anno il giudice Pietro Errede ha tentato di rivenderla allo stesso concessionario da cui la aveva acquistata, pretendendo che gli venisse riconosciuta la stessa cifra pagata un anno prima. E’ uno degli episodi che sono costati al magistrato originario di Monopoli, 55 anni, l’accusa di concussione. La concessionaria Av Motors è infatti di proprietà di uno degli imprenditori che controllano la Fersalento, società finita sotto controllo giudiziario in un procedimento cui era delegato proprio Errede.
E così pretendeva che la macchina, comprata nel luglio 2021 a 22mila euro, venisse presa in permuta a marzo 2022 allo stesso prezzo di acquisto dell’anno prima. Il giudice avrebbe infatti voluto comprare una Bmw nuova a 39.600 euro da un’altra concessionaria, e per questo chiedeva all’impiegato della Av Motors di riprendersi quella vecchia: «Allora se tu ti riprendi la mia e me la vendi, perché tu hai detto quello potevi fare, e recuperiamo la stessa somma che io ti ho dato, io non faccio nessun finanziamento più, lasciamo in piedi il finanziamento Santander e quello va da solo... ». L’uomo si mostra giustamente perplesso, e il giudice insiste («Tu mi, mi riprendi la mia e te la rivendi a chi cavolo vuoi tu! Però mi devi dare la cifra che io te l’ho pagata come dicesti! Perché te la saresti ripresa dopo, un mese dopo poi per una serie di cose, per il tempo che hai perso non te la sei ripresa e quindi te la riprendi adesso! E con quella cifra io poi gli metto il resto e mi compro la macchina da Anna») fino a farsi quasi miaccioso: «Cioè tu veramente mi hai dato una vera autentica fregatura, allora mo, serpa a stare a fare casini, polemiche eh... Io la gente la mando a prendere e la portano davanti a me! In genere eh! Se devo cominciare a fare così pure con voi io lo faccio, non ho problemi, una parola devo dire!».
Secondo le indagini della Finanza, la stessa concessionaria sarebbe stata costretta a riacquistare a prezzi superiori a quelli di mercato anche le macchine del compagno del giudice (pure lui finito ai domiciliari) e di una sua parente. La permuta dell’auto di Errede non è andata a buon fine perché nel frattempo sono intervenute le perquisizioni disposte dalla Procura di Potenza. Ma, annotano i finanzieri, «dopo le lamentele e le minacce» nei confronti del dipendente della concessionaria, il giudice si fa accompagnare dal titolare a fare shopping in un outlet di Lecce. «Si potrebbe interpretare tale passaggio – scrive il gip Pignata nell’ordinanza di custodia cautelare - come un tentativo dell’Acquaviva (il titolare della concessionaria, ndr) di recuperare il rapporto preferenziale in essere con il magistrato».