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Lecce, politica & presunti favori al clan: l'udienza slitta per difetto di notifica

 
Angelo Centonze

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Angelo Centonze

Andra Guido

Sul banco degli imputati, indagato per corruzione, c’è l’ex assessore comunale Andrea Guido

Martedì 18 Ottobre 2022, 12:40

16:04

LECCE - Al via il processo in cui compare sul banco degli imputati anche il consigliere comunale d’opposizione Andrea Guido, nell’ambito della maxi inchiesta che ha permesso di smantellare il clan camorristico Moccia.

La prima udienza si è svolta ieri mattina, dinanzi ai giudici in composizione collegiale del tribunale di Napoli Nord.

Il processo è stato rinviato per un problema di notifiche al 13 dicembre, quando verranno affrontate alcune questioni preliminari.

Guido potrà seguire il processo da uomo libero. Ricordiamo, infatti, che agli inizi di settembre, il gip Maria Luisa Miranda ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare presentata dai suoi legali, gli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati. Nei suoi confronti rimane soltanto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Andrea Guido risponde di corruzione con l’aggravante di aver agevolato il clan camorristico e potrà difendersi dall’accusa, nel corso del dibattimento (non ha chiesto riti alternativi).

Guido venne arrestato e ristretto ai domiciliari, nell’aprile scorso, al termine di un maxi blitz dei carabinieri del Ros, che hanno eseguito un’ordinanza del gip di Napoli, a seguito di accertamenti disposti dalla Procura partenopea. Sono state notificate complessivamente ben 57 misure cautelari (36 arresti in carcere, 16 arresti ai domiciliari e 5 divieti temporanei di esercitare attività d’impresa).

Tra gli arrestati compariva anche l’imprenditore Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli. Anche lui è poi finito sotto processo, a seguito di giudizio immediato. Il gip nei mesi scorsi ha accolto l’istanza di revoca dei domiciliari presentata dal suo legale, l’avvocato Gabriele Valentini, disponendo il solo obbligo di firma. Inoltre, al termine dell’udienza dinanzi al Riesame, era già caduta l’aggravante del metodo mafioso che è comunque sempre contestata dalla Procura.

Invece, tra i 47 imputati non compare l’ex presidente del consiglio comunale di Bari, Pasquale Finocchio, la cui posizione è stata stralciata. Anche lui venne arrestato e ristretto ai domiciliari, ma in seguito il Riesame ha revocato la misura cautelare ed è tornato in libertà.

Ritornando ad Andrea Guido, 44enne leccese, ricordiamo che nel corso dell’interrogatorio di garanzia, svoltosi dopo l’arresto, ha risposto alle domande del gip e del pm di Napoli. E ha chiarito le modalità dell’unico incontro con i “mediatori” Mario Salierno, 45enne napoletano e Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli, avvenuto nel maggio del 2017 a Lecce.

Guido ha fatto presente che era impossibile per lui (quando era assessore all’ambiente) dare l’assenso ad un accordo per fare ottenere il servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto alle imprese di Francesco Di Sarno (considerato il braccio economico del clan Moccia), in virtù del contratto con la Monteco.

Il consigliere comunale di opposizione nelle file di Fratelli d’Italia è intanto tornato ad esercitare il suo ruolo elettivo a Palazzo Carafa, dopo che il Prefetto ha firmato il decreto di reintegro.

Secondo la Procura, tra l’aprile e l’agosto del 2017, avrebbe ricevuto 2.500 euro (come anticipo di 5mila euro), per favorire le imprese di Francesco Di Sarno.

Lo scopo dell’operazione sarebbe stato quello di escludere un’altra società che, in collaborazione con la Monteco, aveva gestito la raccolta di olio presso l’isola ecologica a Lecce.

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