Un maxi finanziamento da 50 milioni di euro per ridare linfa e vitalità al Salento rinsecchito da Xylella fastidiosa. L’imponente budget è la dotazione di “Radici Virtuose”, secondo programma (dopo “Rigenerazione sostenibile”) costruito dal Distretto Agroalimentare Jonico Salentino (Dajs) e finanziato dal Mipaaf.
A spiegare la valenza dell’intervento è il presidente del Dajs, Pantaleo Piccinno, che parte dai dati: «96 aziende tra Lecce, Brindisi e Taranto che scommettono sull’innovazione e diversificano rispetto agli oliveti colpiti da Xylella; investimenti per le imprese nei settori dell’ortofrutta, della viticoltura, della zootecnia e della cerealicoltura per circa 45 milioni di euro, altri 5 milioni destinati ad un’azione trasversale di promozione internazionale».
Presidente Piccinno, una boccata d’ossigeno per le aziende in affanno ormai dal 2013, prima per Xylella poi per la pandemia da Covid-19. Come verranno utilizzate queste risorse?
«Andranno a sostenere quelli che abbiamo definito gli “eroi della rigenerazione”: imprenditori che nonostante la sventura di un territorio “bruciato” da batterio Xylella credono che sia ancora possibile fare agricoltura nel Salento, consapevoli del valore sociale e ambientale che la loro attività economica genera. Aziende che investono anche capitale proprio, innovando processi produttivi e impiantando nuove colture. Molti di questi imprenditori illuminati e coraggiosi hanno completato il processo con la trasformazione dei prodotti in azienda, oppure si sono integrati in filiere con altri soggetti del territorio. È un approccio moderno, sostenibile, pienamente condiviso dal Ministero dell’Agricoltura che ha dimostrato di credere nelle straordinarie potenzialità del nostro territorio».
Qual è il ruolo del Distretto agroalimentare in questo processo di rigenerazione?
«Il Dajs ha avuto la capacità di mettere in sinergia la voglia di riscatto delle imprese del territorio, non ha lasciato nessuno indietro ed ha costruito programmi che rispondono alle necessità delle singole aziende e al contempo capaci di generare connessioni tra le stesse aziende, e tra le aziende e il territorio».
Cinque milioni saranno destinati alla promozione.
«Xylella non ha determinato solo danni materiali ma anche un gravissimo danno d’immagine all’intero territorio salentino, “sfregiato” nell’elemento paesaggistico più identitario: il “mare verde” di milioni di olivi. Questo ambizioso programma di promozione servirà a rilanciare l’immagine di un Salento terra di bellezza mozzafiato, e lo farà attraverso gli “alfieri” della salentinità: i vini e gli oli a denominazione protetta, coadiuvati da tutti i prodotti agroalimentari di qualità espressi dal territorio. Protagonisti assoluti di questo programma di promozione saranno i Consorzi di tutela delle Doc Brindisi, Primitivo di Manduria, Salice Salentino e Igp Olio di Puglia, assieme a prestigiosi partner di livello internazionale».
Da una parte un Salento da ricostruire, dall’altra una terra che si conferma comunque meta ad alto gradimento turistico.
«Questo territorio è amato in tutto il mondo e questo ormai è un dato di fatto, ma non possiamo ignorare la reazione di sgomento di tanti visitatori alla vista delle sterminate distese grigie di ulivi disseccati. Sgomento che ci carica di ancora maggiore responsabilità perché in un contesto come quello salentino l’agricoltura non ha solo la funzione tipica di un comparto produttivo ma anche di tutela di quel “tessuto connettivo” fatto di azioni dell’uomo che è in definitiva il paesaggio. Ci piace sintetizzare il progetto “Radici virtuose” con uno slogan: piantiamo bellezza, esportiamo eccellenza!”.
A proposito di paesaggio e di bellezza: la drammatica scomparsa degli ulivi ha riacceso l’interesse per i vigneti.
«Il Distretto Agroalimentare Jonico Salentino crede fermamente nella diversificazione colturale del territorio e nel ruolo trainante che deve svolgere il settore vitivinicolo. La vite oggi è l’unica coltura di tradizione e di reddito non affetta da Xylella. Diventa perciò strategico puntare sul settore e far sì che diventi volano di sviluppo. Ma non bastano gli investimenti nelle aziende: occorre dotare il territorio di infrastrutture di conoscenza. Giorni fa l’Università del Salento ha candidato alla seconda fase del bando “Ecosistemi della innovazione”, nell’ambito del Pnrr, il progetto “Oeno-Vation”, per la realizzazione nel comune di Campi Salentina di un Centro di eccellenza per la ricerca in vitivinicoltura. Un’infrastruttura necessaria per il territorio e per far compiere un poderoso salto di qualità ai vini salentini. Pure in questo caso il Dajs ha coordinato un partenariato di imprese e di enti, supportando UniSalento. Insieme, vinceremo anche questa sfida!”.