LECCE - «No all’eolico, ma occorrono nuove direttive che tutelino l’interesse pubblico e i beni turistici». La «rivolta» dei sindaci salentini contro l’eolico off shore non si ferma. Una delegazione ha incontrato ieri pomeriggio il prefetto di Lecce, Maria Rosa Trio, ribadendo il rifiuto alla realizzazione del parco eolico nel Canale d’Otranto. La seduta in prefettura era stata promossa dal consigliere regionale Paolo Pagliaro de «La Puglia domani», al fine di ascoltare le istanze dei sindaci che da tempo si oppongono alla piattaforma eolica galleggiante a causa del danno paesaggistico e impatto visivo. La delegazione era composta oltre che dal consigliere Pagliaro, dal presidente della provincia Stefano Minerva, dai sindaci Salvatore Musarò (Andrano) e Luigi Fersini (Castro), dagli assessori al turismo Alberto Capraro (Castro) e Giandomenico Letizia (Diso), dal vice sindaco Massimiliano Cristiano (Santa Cesarea Terme).
Ben 61 Comuni della Provincia, attraverso l’adozione di delibere consiliari, si sono opposti perché questi «mostri galleggianti» schierati sul mare porterebbero danni irreparabili anche al turismo. Il progetto eolico, infatti, dovrebbe essere composto da 90 pale eoliche della potenza di 12 megawatt ciascuna. L’opera sarebbe distante dalla litoranea Otranto – Santa Maria di Leuca dai 12 ai 24 chilometri, i cui punti di osservazione dalla strada provinciale sono tutti sopraelevati. Ora, le due aziende multinazionali firmatarie del progetto offshore, la milanese Falck Renewables e la spagnola Blue Float Energy, attendono le varie osservazioni dei sindaci ai fini della valutazione di impatto ambientale.
Anche il presidente del Parco naturale regionale costiero “Otranto – Santa Maria di Leuca e bosco di Tricase”, scende in campo per contrastare il progetto. Tutto ruota intorno all’impatto visivo e alla conservazione della fauna marina (tartarughe e mammiferi marini). I maggiori rischi riguardano le specie marine che vivono in quella zona costrette a subire il traffico marittimo di cantiere, l’ingombro delle catenarie e i sistemi di ancoraggio, nonché i disturbi alle rotte migratorie degli uccelli durante il periodo primaverile. «Attraverso pareri tecnico – specialistici l’Ente parco si sta attrezzando a formulare osservazioni al progetto depositato da Odra Energia al Ministero della Transizione ecologica – afferma il presidente Nicola Panico –. Poi i Comuni della Provincia che fanno parte del fronte per il “no”, faranno proprie le indagini condotte e gli studi dei pareri specialistici. In tutta l’area costiera sono in vigore vari strumenti di pianificazione per salvaguardare l’ambiente ed è in fase di approvazione dal Ministero dell’Ambiente l’istituzione di un parco marino protetto».
E, intanto, un altro forte e deciso «no» a qualunque parco eolico offshore arriva dal consigliere comunale di Lecce Andrea Guido. Questa volta, nel mirino è l’impianto che - secondo Guido - prevede «quasi cento pale di 300 metri di altezza ognuna che inficiano, ridicolizzano e deturpano il panorama, il nostro mare e affondano l’attrattiva delle nostre marine: Torre Rinalda, Spiaggiabella, Torre Chianca, Frigole e San Cataldo». «L’impatto visivo sul territorio è tale che le pale galleggianti sull’Adriatico si vedranno anche dal litorale opposto: quello ionico - secondo il consigliere comunale -. L’ombra delle pale attraverserà il Salento intero e l’infrastruttura non sarà invisibile neanche ai bagnanti delle spiagge gallipoline, nonostante si trovino sul lato opposto». «Ciò è scritto a chiare lettere negli elaborati tecnici del progetto (Valutazione impatto visivo) che si vuole realizzare a 9 km dalla nostra costa, tra Brindisi e San Cataldo - prosegue Guido -. Sfugge, a chi sostiene tale progetto, che il Salento poggia la sua economia sul comparto turistico. Qui non si tratta di garantire le basi della transizione ecologica, ma di salvaguardare i beni e le risorse che ci hanno permesso di diventare ciò che siamo, dal punto di vista naturalistico, turistico - e quindi economico - e culturale».