Una barca con motore fuori bordo venduta al presidente del circolo della Lega navale di Frigole, malgrado la stessa imbarcazione fosse inalienabile in quanto bene confiscato alla criminalità organizzata e, come tale, solo assegnato allo stesso circolo in attesa di decisioni sul suo riutilizzo a fini sociali.
Questa in sintesi la vicenda che ha indotto la procura della Repubblica di Lecce - nella persona del pubblico ministero Luigi Mastroniani - ad aprire un’inchiesta su una vicenda, per il momento a carico di ignoti, in cui si ipotizza il reato di peculato.
Il bene finito al centro delle indagini è un natante di piccole dimensioni: una barca da pesca lunga poco più di quattro metri e dotata di un motore fuori bordo che aveva però una particolarità: era stata frutto di un sequestro poi tramutato in confisca, a seguito di attività di contrasto alla criminalità organizzata salentina da parte della magistratura che, a confisca avvenuta, ne aveva disposto l’assegnazione in custodia alla sezione di Frigole della Lega Navale.
Ad un certo punto, però, è piombata sui tavoli della Procura leccese una relazione contabile, stilata dai revisori dei conti, inviata per conoscenza anche ai referenti nazionali della Lega navale, in cui veniva evidenziata l’anomalia consistente nella alienazione della barca in questione, che - secondo quanto ipotizzato in seno alle indagini in atto - sarebbe stata venduta al presidente del circolo nautico, Vincenzo D’Amato, sottufficiale dell’Aeronautica in pensione ora cautelativamente sospeso dal suo ruolo, in attesa di ulteriori sviluppi delle indagini che - vale ribadirlo - al momento sono a carico di ignoti.
Indagini che comunque - coordinate dalle Procura e condotte dalla Squadra mobile della Questura di Lecce - sono sfociate in prima battuta nel sequestro del natante e del suo motore, cui successivamente si è aggiunto il sequestro di documenti contabili relativi al 2019.