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«Il Salento resiste, ma serve sostegno», la parola al presidente della Camera di Commercio Benisi

 
Piero Bacca

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Piero Bacca

«Il Salento resiste, ma serve sostegno», la parola al presidente della Camera di Commercio Benisi

«In sofferenza settori cardine del sistema locale commercio, ristorazione, turismo e artigianato»

Domenica 03 Gennaio 2021, 11:39

Presidente Benisi, l’emergenza sanitaria innescata dal Covid-19 ha determinato un impatto su tutte le attività economiche, penalizzando alcuni settori e favorendone, invece, altri. Quali sono gli scenari che si prospettano per il 2021?
«Anzitutto, mi consenta di esprimere il mio augurio alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori, alle Istituzioni del nostro Salento. Siamo all’alba di un anno che mi auguro resterà alla storia per motivazioni diametralmente opposte a quelle che hanno sancito la tragica indelebilità del 2020. Mi auguro che saremo testimoni di un susseguirsi di azioni di riscatto, sotto il profilo umano ed economico, frutto del contributo capace e coraggioso di tutte le componenti politiche e professionali. E’ un impegno, questo, che coinvolge tutti e nel quale occorre profondere le energie migliori; lo dobbiamo alle innumerevoli vittime, a tutti noi che ancora oggi viviamo nel sacrificio di una quotidianità stravolta, lo dobbiamo a chi continua a vivere la sofferenza e la disperazione fisica, interiore, economica, frutti di una pandemia che, non dimentichiamolo, ancora imperversa e che ha sconvolto le famiglie, l’economia, i progetti di vita e di impresa. Lo scenario economico che ne è conseguito desta profonda preoccupazione e, anche se alcuni settori hanno retto meglio il colpo o addirittura migliorato le performance perché strettamente coinvolti nel fronteggiare la pandemia stessa (ad esempio l’ambito sanitario) o perché costituzionalmente slegati dal contatto fisico (l’e-commerce), i settori cardine del nostro sistema economico locale manifestano una grande sofferenza; nel commercio, turismo e ristorazione, servizi, industria, artigianato ed agricoltura sono moltissime le imprese in ginocchio, che rischiano la chiusura, con la triste prospettiva della perdita di posti di lavoro. Anche qualora si riesca a resistere, poi, la conseguenza dell’ignoto è una paralizzante incertezza, che scoraggia gli investimenti. Il covid, oltre a colpire l’immediato, quindi, crivella anche il lungo periodo. Ne siamo consapevoli, purtroppo. Quindi, occorre assolutamente confermare gli interventi contingenti di ristoro immediato per i settori maggiormente colpiti, ma è necessaria anche una programmazione di più ampia prospettiva».

Il digitale e l'e-commerce hanno registrato un incremento delle aziende, degli addetti e dei ricavi. Il Salento è pronto per questa nuova sfida oppure rischia di rimanere ancora indietro?
«La nuova strategia europea ha collocato la digitalizzazione tra le priorità, nella consapevolezza, peraltro ampiamente suffragata dai riscontri di questi ultimi nove mesi, che l’incremento dei servizi digitali abbia contribuito alla “resistenza” nella battaglia pandemica e possa favorire la ripartenza nello scenario post covid; sicuramente il Sud deve compiere qualche sforzo in più per poter annullare il gap registrato, ma il cammino in tal senso è stato già ampiamente intrapreso. Il sistema camerale - lo dico con orgoglio - già da alcuni anni attua iniziative in tal senso, attraverso i Pid – Punti Impresa Digitale, a vantaggio delle imprese, con importanti interventi di tipo economico e di supporto operativo, che mirano ad accompagnare le imprese nel percorso di transizione al digitale. Ora sicuramente l’urgenza si fa stringente e sono certo che, toccando con mano l’indispensabilità, anche chi tendeva a resistere al cambiamento, acquisirà una maggiore apertura».

Nonostante la pandemia in corso, non tutte le province registrano un saldo negativo delle imprese. Nel Nord d'Italia, infatti, c'è una progressiva contrazione del numero delle aziende, mentre in Puglia e nel Salento le aperture di nuove attività continuano a superare le chiusure e il saldo delle imprese risulta positivo. Quali sono i motivi di questa maggiore resilienza?
«E’ corretto. I dati che il sistema camerale registra parlano di un saldo positivo di crescita; l’ultimo dato trimestrale a disposizione registra nel Salento 960 nuove iscrizioni e 456 cessazioni: abbiamo quindi un saldo positivo pari a +504 imprese. Sono numeri che raccontano un sistema che, pur colpito dall’onda della pandemia, “insiste e resiste”; non sono numeri da ciclo economico euforico, ma esprimono sicuramente la voglia di provarci, collocato in un clima di attesa nel quale i ristori, gli incentivi e gli interventi a livello centrale e regionale sono stati determinanti. Ovvio che tale coraggio vada ancora sostenuto ed aiutato a fruttificare nel tempo. I settori che hanno registrato maggior incremento sono quelli delle costruzioni e dell’agricoltura; quest’ultima, finalmente, dopo anni di crisi, ritorna ad essere una scelta per molti giovani che rivitalizzano il settore, gli danno una veste ed una prospettiva nuove anche grazie a competenze frutto di percorsi di studio universitari dedicati. Ma non solo. La recente legge di bilancio, ad esempio, ha esteso il credito d’imposta del 40% per la tutela del made in Italy alle reti di impresa agricole ed agroalimentari al fine di realizzare e ampliare le reti informatiche per il potenziamento del commercio elettronico. Istruzione e digitalizzazione permeano, come si può vedere, ogni settore, anche quelli che, in origine, ne apparivano lontani».

Nella composizione del portafoglio delle attività finanziarie aumenta la quota dei depositi bancari, a ritmi sempre più sostenuti ed accelerati anche dalle fasi di lockdown. Come poter invertire questa tendenza che rischia di frenare gli investimenti e lo sviluppo di un territorio?
«Parliamo di numeri importanti, un aumento di circa il 9%, + 126 miliardi in un anno a livello nazionale; la pandemia ha congelato i piani di acquisto e di investimento privati; la paura paralizza e induce alla cautela anche per poter fronteggiare eventuali nuovi imprevisti. Se buona parte di questa riserva venisse “rimessa in gioco”, se il recovery fund verrà attuato, se i progressi in ambito medico daranno i risultati sperati, potranno rendersi concrete le prospettive di una ripresa nel 2021. Non possiamo però dimenticare che, parimenti, sono molto cresciuti i numeri delle povertà. Anche in tale ambito, la Camera di Commercio fornisce il proprio contributo ed ha sottoscritto, nelle scorse settimane, su iniziativa della Prefettura ed insieme alle principali Istituzioni del territorio, un codice etico dedicato».

Quali sono i progetti da portare avanti e gli strumenti necessari per sfruttare appieno le potenzialità del Salento?
«I prossimi mesi saranno decisivi per riprogrammare la politica di sviluppo del nostro Paese. Un punto fermo per la ripartenza risiede nel pensare l’impresa come elemento centrale non solo nell’economia, ma anche nel benessere sociale, pensarla quindi come motore di sviluppo per tutto il territorio ed elemento prezioso per il futuro. Attorno a questo concetto, poi, si colloca un altro fondamentale aspetto: il lavoro di squadra, il coinvolgimento di tutti gli attori sociali, le Istituzioni, le Associazioni di categoria, i sindacati, l’Università, il mondo finanziario. Una visione unitaria rispetto a priorità e conseguenti progettualità positivamente impattanti e condivise, per evitare la dispersione di energie e risorse; e poi l’approccio concreto e risolutivo rispetto a problematiche che atavicamente attanagliano il nostro territorio; mi riferisco alla carenza di infrastrutture e trasporti che, assurdamente, anziché agevolare, frenano e scoraggiano flussi produttivi, turistici e professionali. Mi auguro, poi, che le imprese possano presto contare su un quadro stabile di incentivi, su innovativi strumenti di sostegno che non appesantiscano ulteriormente la posizione debitoria, ma che aiutino a ricostruire e rafforzare il patrimonio delle imprese bruciato dal covid. Occorre anche, a mio parere, rimodulare risorse che sono bloccate, mi riferisco ad esempio al Pit 9 del Sud Salento per il manifatturiero: 18 milioni. Sono fermi da anni e proprio non ce lo possiamo permettere. Il Salento deve continuare ad essere un grande territorio manifatturiero nel quale registriamo varie eccellenze in molti settori, e questi strumenti sarebbero estremamente utili per ridare energia ad uno tra i comparti principali della nostra economia. Il covid ha messo in luce la nostra fragilità individuale e collettiva, ma, nella sua drammaticità, ci ha fornito un’importante opportunità di riflessione e sarebbe sciocco non farne tesoro. Credo sia chiaro oramai che nulla dovrà e potrà tornare com’era prima ed anche gli stili di vita dovranno cambiare, volgendo lo sguardo verso modelli maggiormente inclusivi. A livello di sistema Paese, poi, mi auguro vivamente che settori quali la sanità, l’istruzione e la ricerca divengano prioritari destinatari di investimenti cospicui; la storia ci ha dimostrato che essi, unitamente alla coesione sociale, costituiscono gli strumenti per combattere e vincere anche battaglie inimmaginabili».

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