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Lecce, promette in sposa la figlia 14enne, ma lei si ribella: 50enne dello Sri Lanka a giudizio

 
Linda Cappello

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Linda Cappello

sede tribunale di Lecce

La ragazzina si era ribellata e il padre l'aveva umiliata

Giovedì 10 Dicembre 2020, 09:52

Avrebbe promesso in sposa la figlia minorenne ad un suo connazionale impedendole di fidanzarsi con un adolescente italiano che, però, faceva battere il cuore alla ragazza. Per questo motivo, e anche per altro, un 50enne cittadino dello Sri Lanka ma residente a Lecce è finito sotto processo.

L’uomo è comparso nei giorni scorsi innanzi al collegio della seconda sezione penale: dovrà difendersi dalle accuse di maltrattamenti in famiglia. Il 20 settembre scorso, infatti, il giudice dell’udienza preliminare Mario Tosi ne ha disposto il rinvio a giudizio.

L’inchiesta è stata avviata nel 2018. Tutto ha avuto inizio con uno sfogo che la figlia dell’uomo, una giovane di neanche 14 anni, ebbe con la sua insegnante. La ragazza rivelò tutta la sua frustrazione e sofferenza poiché il padre l’avrebbe promessa in sposa ad un giovane del suo paese, ostacolando così il rapporto nato con un suo compagno di scuola. Alla docente la studentessa rivelò anche che un mese prima, al culmine della disperazione, arrivò persino a tagliarsi le vene dei polsi perché il genitore le aveva tolto il telefono.

La segnalazione dell’insegnante mise in allerta i servizi sociali, e di conseguenza il Tribunale per i minorenni che dispose l’immediato trasferimento della ragazza in una comunità di suore: ora, però, la ragazza è tornata di nuovo nella sua famiglia.

Le accuse contestate dalla Procura nei confronti dell’uomo sono piuttosto gravi. Il 50enne viene descritto come una persona collerica e dedita all’alcol. Nel capo d’imputazione si fa riferimento a ripetute sofferenze fisiche e morali a danno della moglie e dei figli. In un’occasione si sarebbe denudato davanti alla ragazza per poi stendersi sul letto completamente nudo. Avrebbe poi picchiato la consorte, sino al punto da afferrarla per i capelli e trascinarla sul pavimento.

«Sottoponeva – si legge nelle contestazioni mosse al 50enne– i familiari ad una serie di sofferenze fisiche accompagnate anche da umiliazioni psicologiche costanti tanto da costringere gli altri due figli maggiorenni ad allontanarsi dalla casa paterna, trasferendosi all’estero».

Il legale dell’uomo, l’avvocato Paolo Spalluto, ha eccepito la competenza del Tribunale monocratico in luogo del collegio: la decisione è attesa per il prossimo 5 marzo.

La parte civile era rappresentata in giudizio dal curatore della minore, l’avvocato Maurilio Marangio.

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