LECCE - È stata costituita ieri a Lecce l’associazione «SOS Salento contro la cultura socio mafiosa», che si propone di costituire un nuovo punto di riferimento per i cittadini nella lotta alla criminalità organizzata.
Fra i soci fondatori Luigi Budano (imprenditore ); Antonio Buccoliero (Vice Comandante Legione Carabinieri Abruzzo e Molise e Presidente Vicario del COCER); Fedele Rigliaco( avvocato ); Roberto Spedicato(avvocato);Ornella De Giorgi (psicologa psicoterapeuta); Greco Paola (riabilitatore psichiatrico); Luigi Faggiano (impiegato); Filomena Giannelli (Preside); Andrea Tafuro(commercialista);Antonio Pasca (avvocato); Gianfranco Lattante (giornalista) e Antonio Verardi (sindacalista).
«S.O.S. Salento è una voce che vuole rompere l’attuale silenzio del nostro Territorio rispetto ai temi dell’antimafia, antiracket ed antiusura - spiega il presidente Budano - Non si denuncia, nessuno ne parla, nonostante si viva in un’area in cui le dinamiche del malaffare sono tracciate da innumerevoli inchieste. Viviamo in una situazione sociale molto delicata, nella quale, aggiungendo anche la pandemia come ulteriore motivo di criticità, il sovraindebitamento delle famiglie e delle imprese si pone quale elemento di grave rischio, idoneo a creare svariate opportunità di business per il malaffare. So cosa significa sentirsi soli in certe situazioni, non avere riferimenti, e so anche, di contro, quanto è confortante sapere che vi è qualcuno che ti sappia ascoltare ed aiutare. Le Istituzioni ci sono, noi sentiamo forte il dovere di coadiuvare un percorso di conoscenza di tutti gli strumenti utili ad uscire fuori dal guado ed avere la possibilità di essere finalmente liberi, denunciando. In questo percorso, la nostra associazione si avvarrà di molteplici figure specializzate, che operano in diversi settori della società civile. Voglio approfittare per ringraziare pubblicamente tutti i soci fondatori per aver contribuito a realizzare questo importante strumento associativo».
«In settori delicati come l’antimafia, lo stare insieme, l’essere un gruppo, significa sottolineare il concetto di contrapposizione culturale a determinate logiche - aggiunge il vice presidente Verardi - E’ un lavoro complesso, di attività sociale, utile alla divulgazione della cultura della legalità. Nelle scuole, per le strade, attraverso varie iniziative, “parlare
per conoscere” deve essere il mantra che porti ad affrontare determinati temi e ad avere la forza di ribellarsi. Lo Stato c’è, attraverso le sue istituzioni quali magistratura e forze di polizia, non bisogna avere dubbi a riguardo. Bisogna però protendere una mano a chi ha bisogno del giusto conforto per parlare ed affrontare il suo dramma».
Nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del gennaio scorso, i dati illustravano come i fascicoli relativi all’usura fossero in numero piuttosto esiguo: appena otto nel primo semestre del 2019 a fronte dei 15 del semestre precedente. Ma questo di certo non perchè il fenomeno si sia ridotto, quanto perchè i cittadini sono sempre più restii a denunciare gli strozzini.