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Lecce, il Comune «chiude» Lidl. L'azienda amareggiata: abbiamo investito

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Lecce, il Comune «chiude» Ldil. L'azienda amareggiata: abbiamo investito

Il Consiglio di Stato aveva rinviato la discussione al 17 ottobre per consentire una eventuale intesa fra le parti, oggi il provvedimento

Sabato 05 Ottobre 2019, 12:11

12:12

Il Comune di Lecce ha disposto la «chiusura» forzata di Lidl in viale della Libertà, a Lecce, al centro di un contenzioso amministrativo in fase di svolgimento dinanzi al Consiglio di Stato. In una nota l’Azienda - che parla di «interruzione forzata dell'attività» disposta questa mattina - precisa «di non comprenderne modalità e tempi, in quanto si poneva in fiduciosa attesa della decisione del Consiglio di Stato che, lo scorso giovedì, aveva rinviato l’udienza al 17 ottobre concedendo ulteriore tempo, affinché le parti potessero giungere ad una soluzione condivisa che sanasse la vicenda. Lidl Italia - è scritt a- sottolinea nuovamente di aver agito sulla base di un Permesso a Costruire e di una Autorizzazione Amministrativa rilasciati proprio dal Comune di Lecce».

I giudici del Consiglio di Stato, ricordiamo, hanno rinviato l’udienza per l’esame della richiesta di annullamento della ordinanza dirigenziale del 23 luglio scorso che impone alla struttura di via del mare lo smaltimento della merce, in vista della chiusura, come stabilito dalla stessa magistratura amministrativa che ha annullato il permesso a costruire e le licenze.

L’Azienda si dichiara quindi profondamente delusa: «ha effettuato un significativo investimento economico sul territorio pugliese, autorizzato dal Comune di Lecce, che aveva portato alla creazione di 15 posti di lavoro e ad un servizio commerciale sul territorio consolidato da ormai più di 3 anni, in un momento storico in cui tutti lamentano il decrescere degli investimenti nel Mezzogiorno. Lidl Italia valuterà ora le azioni necessarie nelle sedi più opportune per tutelare i propri diritti».

Il caso arriverà in Consiglio. La riunione congiunta delle commissioni consiliari Attività produttive ed Urbanistica, l’altro ieri, ha messo sul tavolo tutte le difficoltà di soluzione di una questione che non riguarda solo la sede di via del mare del colosso tedesco ma anche altre strutture - sembra siano cinque - realizzate su un’area destinata a servizi pubblici, diversa da quella commerciale. Un fatto per il quale il Consiglio di Stato - sul ricorso della Discoverde - ha ritenuto necessaria la chiusura, anche se Lidl ha contestato davanti ai giudici l’ordinanza comunale di smaltimento delle merci residue. Questo l’argomento dell’udienza di giovedì al Consiglio di Stato, che è stata aggiornata.

Nel frattempo, in Municipio si cerca una soluzione, quale può essere il pagamento, da parte di Lidl, di una maxi sanzione: una soluzione che potrebbe essere estesa agli altri supermercati che hanno avuto una licenza incongrua.

La questione, però, non è affatto semplice, ed è stata demandata all’attento esame degli uffici. «E però non saranno gli uffici a decidere - spiega Gianpaolo Scorrano, consigliere di “Adriana Poli Bortone sindaco” - A mia precisa domanda, l’assessore ha risposto che la questione andrà portata in Consiglio. Bene: è auspicabile che si arrivi in Aula con una posizione condivisa tra Lidl e Discoverde, un accordo transattivo. Viceversa, senza posizioni chiare e punti fermi, sarebbe veramente difficile assumersi responsabilità».

La questione è certamente delicata e complessa e, per gli elementi che si hanno a disposizione al momento, dice Federico Pastore, di Confcommercio, attiene alle norme urbanistiche e non commerciali. «Attendiamo di sapere di più, al riguardo» dice.
«Indubbiamente è un fatto grave - dice il direttore di Confesercenti, Antonio Schipa - che danneggia tutti: la società portata in Tribunale, quella che ha promosso il contenzioso, il Comune. In una parola: la collettività. È innegabile che le amministrazioni comunali, tutte e senza distinzione, si siano sempre mostrate propense ad autorizzare medie e grandi strutture di vendita. Invece, abbiano mostrato poca attenzione ai piccoli esercenti. Un tempo c’era un limite, poi è seguita la liberalizzazione. Ma ritengo - continua Schipa - che comunque si possa procedere con una programmazione che tenga conto delle esigenze di tutte le categorie, cercando di raggiungere un certo equilibrio e delle esigenze di mercato. Una cosa è certa - conclude il direttore di Confesercenti - che non avevamo bisogno di ulteriori grandi strutture di vendita: il mercato è saturo già da tempo».
La commissione consiliare tornerà a riunirsi martedì prossimo, quando affronterà la questione Lidl e altre strutture a rischio nell’ambito del Piano generale del commercio.

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