Rimane ai domiciliari Emilio Arnesano, il pubblico ministero travolto dall’inchiesta “Favori&Giustizia”. Il no alla richiesta di scarcerazione (il secondo in poche settimane) è arrivato venerdì dai giudici del Tribunale di Potenza davanti ai quali si sta celebrando il processo. Gli avvocati Luigi Corvaglia e Luigi Covella avevano evidenziato la mancanza del rischio di reiterare il reato poiché il magistrato è stato sospeso dal servizio ormai da tempo e l’assenza del pericolo di inquinamento probatorio.
Ma i giudici, dopo una rapida camera di consiglio, hanno confermato i domiciliari ravvisando la sussistenza delle esigenze cautelari. Una concessione, comunque, è stata accordata al magistrato di Carmiano e al medico dell’Asl di Lecce, Carlo Siciliano (quest’ultimo difeso dall’avvocato Amilcare Tana): un permesso per trascorrere con i propri familiari le vacanze pasquali.
Sempre nell’udienza di venerdì, dopo l’ammissione su alcune prove e una sfoltimento delle liste dei testi indicati dalla difesa (in particolare gli avvocati di Arnesano avevano chiesto l’ascolto di numerosi magistrati della Procura), è stata acquisita la testimonianza di uno degli ufficiali di pg che ha coordinato le indagini. E’ stato conferito anche l’incarico all’ingegnere informatico Gaetano Di Bello di trascrivere le intercettazioni.
Il processo è stato aggiornato al 16 maggio. Sul banco degli imputati compaiono anche Ottavio Narracci, il direttore dell’Asl; Giuseppe Rollo, primario del Reparto di Ortopedia e Traumatologia del “Vito Fazzi“, (scarcerato di recente); l’avvocato Mario Ciardo; l’avvocatessa Manuela Carbone; l’aspirante avvocatessa Federica Nestola e Augusto Conte, vicepresidente del collegio di disciplina dell’Ordine degli avvocati di Lecce. La posizione di Giorgio Trianni, primario di Neurologia del “Fazzi“, è stata invece stralciata dopo che gli avvocati Stefano Chiariatti e Francesco Paolo Sisto hanno concordato una pena a 1 anno e 11 mesi di reclusione che dovrebbe essere ratificata il 6 maggio.