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Lecce, due casi di legionella al Tribunale civile

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Lecce, due casi di legionella al Tribunale civile

Il segretario Confsal Massimo Battaglia accusa le istituzioni di voler nascondere il problema

Mercoledì 24 Ottobre 2018, 10:33

«Allarme-legionella nel Tribunale di Lecce». A lanciarlo è il segretario generale della Confsal-Unsa, Massimo Battaglia, che accusa le istituzioni di voler nascondere il problema. «In una nota dell’8 ottobre - afferma - il presidente della Corte d’Appello, il dottor Roberto Tanisi, smentiva che negli uffici giudiziari di Lecce vi fosse la legionellosi o, quanto meno, diceva di non saperne nulla. Invece il giorno dopo, in un incontro da egli stesso convocato, un sindacato ha affermato ufficialmente che una sua dirigente si è effettivamente ammalata e di non aver diffuso la notizia per evitare allarmismi. A sua volta, un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha detto di averlo saputo ma di aver taciuto per tutelare la privacy della dipendente». Un altro caso, aggiunge il segretario, si sarebbe verificato nell’ufficio del Giudice di pace: dell’episodio, continua, «sarebbe stato ufficialmente avvisato il dirigente del Tribunale, il dottor Montanaro, ma anche questo caso, nonostante l’allarme della Confsal-Unsa, è stato incredibilmente secretato».


«Alla possibile diffusione di questa malattia attraverso le condotte idriche, i serbatoi e la climatizzazione, ai necessari controlli, alla salute della collettività chi ci ha pensato? Nessuno parla. Ci ha pensato solo la Confsal-Unsa, che fin dal 30 agosto ha chiesto informazioni riservate senza ottenerle e che oggi viene persino criticata per averne dato notizia alla stampa, dopo 38 giorni di silenzio di chi doveva tutelare le persone». Battaglia ricorda anche che a Roma, dopo le infezioni di legionella nel Tribunale civile, i rappresentanti sindacali hanno chiesto alla Procura un intervento, mentre «a Lecce gli uffici, certi sindacati, rappresentanti Rsu e Rls hanno rifiutato di intervenire, venendo meno al loro dovere morale e di legge». Il sindacato ha scritto a Tribunale, Procura e Asl per sollecitare tutte le verifiche del caso.

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